Bombe a Equitalia: sbagliato, ma questo Fisco fa paura
Soltanto lo 0,00055% degli italiani ama gli esattori. La risposta: Ma chi li attacca sta facendo il gioco degli evasori fiscali
Il dibattito sulle intimidazioni ad Equitalia. Giuliano Zulin condanna gli attentati, ma spiega che questo fisco fa paura. Risponde Marco Gorra, che spiega: quelli che attaccano gli esattori fanno il gioco degli evasori. Segue l'articolo di Giuliano Zulin. Equitalia è una società per azioni, a totale capitale pubblico (51% in mano all'Agenzia delle Entrate e 49% all'Inps), incaricata «dell'esercizio dell'attività di riscossione nazionale dei tributi e contributi. Il suo fine è quello di contribuire a realizzare una maggiore equità fiscale, dando impulso all'efficacia della riscossione attraverso la riduzione dei costi a carico dello Stato e la semplificazione del rapporto con il contribuente». Il fine è dunque nobile: pagare tutti per pagare meno, si dice. Però il fine non giustifica i mezzi... Milioni di contribuenti impazziscono quando sentono pronunciare la parola Equitalia: perché? Se a casa ti arriva una cartella esattoriale per una multa o una bolletta già pagata due anni fa, devi perdere delle ore per recuperare le ricevute e poi un'altra mezza giornata per recarti all'Agenzia delle Entrate e dimostrare che i signori del Fisco hanno sbagliato. «Scusi, il computer ha commesso un errore». Risposta: «No, il computer non ha colpe, è chi lo usa che sbaglia...».E vogliamo parlare delle cartelle pazze? Scambi di persona o notifiche mai spedite... Errare è umano, ci mancherebbe, ma allora servirebbe meno presunzione e più rispetto per i contribuenti, che fino a prova contraria dovrebbero essere considerati innocenti, come nei processi penali. Invece abbiamo letto casi surreali. Il sito Lettera43 ha raccontato alcuni esempi fuori dal normale. Tipo il caso della signora Maria Lidia Picchiri, titolare di un'azienda consorziata con l'Aci di Cagliari: da una busta Equitalia ha appreso che per un debito di 5 centesimi del 2009 doveva pagare 62,03 euro, cioè il 1240% in più. Oppure la storia di Nunzio. Autista da una vita, aveva accumulato multe per 4.500 euro: «Il mio titolare non si è curato di pagarle e l'importo dovuto a Equitalia è cresciuto fino a 19.500 euro. Ebbene, per questa cifra mi è stata portata via una casa da 300mila euro». Stiamo parlando di casi limite, ma non è un caso se le lettere di apprezzamento pubblicate sul sito di Equitalia sono soltanto 22: quindi, su circa 40 milioni di contribuenti solo lo 0,00055% ama gli esattori. Che poi tutta questa caccia ai presunti evasori, con sequestri, confische e super multe, non sembra dare risultati esaltanti sul fronte del recupero delle tasse inevase. Basti pensare che il Fisco in Italia incassa solo il 10,4% dell'accertato. Un dato scoraggiante se paragonato all'America, che incassa il 94%, alla Gran Bretagna, 91%, e alla Francia, 87 per cento. I grandi numeri non si fanno con le piccole cifre. E il sopruso non si combatte con le bombe. Semplicemente lo Stato sa chi dichiara zero euro: ecco, potrebbe andare a casa da questi signori e chiedere spiegazioni, piuttosto che massacrare chi non paga tre multe... di Giuliano Zulin