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Liberalizzazioni, lavoro e tagli SuperMario prova a svoltare

Deregulation di taxi, farmacie e benzinai entro il 20 gennaio: si lavoro allo sblocco dei fondi per far ripartire le opere pubbliche

Lucia Esposito
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Liberalizzazioni, riforma del mercato del lavoro, tagli alla spesa e alla casta, ma anche riduzione degli sprechi e dismissioni del patrimonio immobiliare dello Stato. E via a nuovi cantieri con lo sblocco dei fondi europei. Sono questi i capitoli su cui Mario Monti sta lavorando per mettere a punto le tanto attese misure per la crescita. Quelle che gli italiani aspettano per il rilancio del sistema Paese. E che attende anche l'Europa, per vedere confermata la credibilità che il governo dell'ex presidente della Bocconi si è conquistato con la manovra di lacrime e sangue approvata prima di Natale. Ieri il presidente del consiglio ha fatto il punto a Palazzo Chigi: insieme a Corrado Passera, Enzo Moavero e Vittorio Grilli, ha ricevuto il governatore della Banca d'Italia Ignazio Visco. Mentre in serata è andato a far visita all'ex presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi. Un gesto di galateo istituzionale nei confronti dell'uomo che ha voluto fortemente l'ingresso dell'Italia nell'euro a dieci anni dall'introduzione della moneta unica. Una tappa che Monti considera fondamentale per il Paese, senza la quale l'Italia sarebbe stata destinata a un inesorabile declino. Il primo step, dunque, sono le liberalizzazioni. Di cui si sta occupando il ministro Passera. Una prima bozza sarà presentata nel consiglio dei ministro previsto intorno al 20 gennaio. Secondo le intenzioni del governo, la deregulation dovrà riguardare i taxi e le farmacie, due categorie già sul piede di guerra al momento del varo del decreto salva Italia. Questa volta, però, l'esecutivo ha intenzione di tirare dritto, senza farsi condizionare dalle opposizioni. Altrimenti, è il ragionamento fatto a Palazzo Chigi in queste ore, non si andrà da nessuna parte. Ma un'altra liberalizzazione importante sarà quella degli orari dei negozi. Già qualche città ha fatto esperimenti in tal senso, ma il governo intende togliere il freno alle aperture notturne o 24 ore su 24. Come già accade in molti Paesi europei e negli Stati Uniti. Altri settori da liberalizzare, secondo il presidente del consiglio e il ministro dello Sviluppo, sono i trasporti pubblici locali, i benzinai (e questo potrebbe aiutare a far diminuire almeno un po' il prezzo della benzina) e i servizi postali. Solo su quest'ultimo punto, voluto da Monti, si registra la contrarietà di Passera, che in passato è stato al timone, con ottimi risultati, delle Poste italiane. L'altro caposaldo è la riforma del mercato del lavoro, di cui si sta occupando Elsa Fornero. Ieri il ministro ha fatto sapere di voler andare avanti con incontri bilaterali, escludendo il metodo della concertazione, cosa che ha fatto andare su tutte le furie i sindacati, sempre più sulle barricate e intenzionati a far valere il loro potere di veto. Su questo terreno, lasciato da parte per il momento l'articolo 18, il nodo cruciale sarà la riforma dei contratti e degli ammortizzatori sociali, di cui ieri ha parlato anche il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Invitando, come nel messaggio di fine anno, i sindacati a non chiudersi a riccio. Altro punto fondamentale è la riduzione della spesa pubblica. In questo settore, importante sarà vedere come Monti riuscirà a introdurre il metodo dello spending review, uno dei temi cari all'ex ministro dell'Economia, Tommaso Padoa Schioppa. Ovvero la revisione della spesa diretta a migliorare l'efficienza e l'efficacia della spesa pubblica  (minore spesa a parità di risultati e maggiori risultati a parità di spesa). Ma nei piani dell'esecutivo c'è anche una riduzione per la spesa nel pubblico impiego e nella Difesa. Ad esempio, in queste ore si sta decidendo se fermare l'acquisto dei costosissimi 131 aerei F 35: 15 miliardi di euro il cui risparmio varrebbe quasi quanto una manovra economica. Altro punto importante è lo sblocco dei cantieri per far ripartire le opere pubbliche e le infrastrutture necessarie al Paese. Operazione possibile, secondo Monti, solo con lo sblocco dei fondi europei elargiti all'Italia e, contemporaneamente, attraverso il sistema del project financing. Infine, last but not least, il taglio degli sprechi, a partire dai privilegi della casta. Il premier, infatti, è intenzionato a tagliare lo stipendio dei parlamentari. Ancora non si è deciso, però, se intervenire direttamente sulle indennità o sulle voci accessorie. Certamente, secondo il professore, qualche privilegio in meno, tipo i viaggi gratuiti su tutto lo stivale, sarebbe un bel segnale da dare agli italiani. Ma la cura dimagrante riguarderà anche i politici locali (consiglieri e assessori comunali e regionali): in questo caso, però, l'esecutivo potrà limitarsi a indicare dei tetti, perché la decisione finale sugli stipendi spetta agli enti locali. Prevista anche una drastica riduzione delle auto blu, visto che l'Italia batte tutti i Paesi europei per veicoli di rappresentanza. Infine, da Palazzo Chigi è stato chiesto a ministeri e aziende di Stato un elenco degli immobili che potrebbero essere messi sul mercato. L'intenzione è quella di far partire una serie di aste pubbliche per incamerare soldi a partire già dalla fine del 2012. di Gianluca Roselli

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