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Il lingotto fugge in Svizzera per salvarsi dal prof Monti

Paura della patrimoniale e dell'accordo fiscale con Berna fanno impennare le 'esportazioni' d'oro. Pure a Montecarlo

Andrea Tempestini
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La grande paura del default dell'euro e quella di una super patrimoniale prossima ventura fanno fuggire il lingotto d'oro all'estero: acquistarli in Italia e poi trasferirli oltralpe è divetata abitudine assai diffusa. L'Istat infatti ha rilevato che a settembre, rispetto al medesimo mese del 2010, il particolare tipo di esportazione verso la Svizzera è salito del 154 per cento. La gente, insomma, nella gita domenicale nel Canton Ticino, dopo la visita agli outlet, si reca in banca a depositare la sua porzioncina d'oro. Verso il Principato di Monaco - Ma c'è un'altra meta amata da chi vuole portare oltre confine il Lingotto: la Francia. Vi chiederete perché: semplice, il principato di Montecarlo, è risulta transalpino. In parallelo, in Svizzera - come spiegava un articolo del Sole 24 Ore dello scorso novembre - negli istituti non si trovano più cassette di sicurezza libere: e così il flusso di lingotti si muove anche verso monaco. Ma c'è anche un secondo spauracchio che spinge gli italiani verso il Principato: il possibile accordo fiscale tra Roma e Berna, accordo fiscale ventilato anche dal premier Mario Monti ("L'accordo fiscale con la Svizzera - ha recentemente spiegato -? E' un'ipotesi che stiamo apprfondendo").

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