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Don Verzè e la sua profezia: "Meglio morire che fallire"

Oggi i funerali del fondatore del San Raffaele, morto d'infarto a 91 anni. I dubbi dell'amico Al Bano: "Mi chiedo se l'hanno aiutato ad andarsene"

Giulio Bucchi
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Gli antichi Greci l'avrebbero definita “tuke”. Il caso che toglie un uomo dalle fatiche della terra nel momento in cui è sopraffatto dalle avversità. E mai come nel caso della morte di Don Verzé, il fato, ricordato nelle tragedie classiche, ha giocato un ruolo decisivo. La morte improvvisa ha concesso al 91enne fondatore di non vedere il suo gioiello finire in mani diverse dalle sue. O, quanto meno, a una proprietà non scelta da lui. Proprio il 31 mattina dovevano essere consegnate le buste per l'acquisto dell'ospedale. Il Polo clinico di Giuseppe Rotelli in gara con l'Humanitas della famiglia Rocca per togliere il controllo al blocco Ior-Malacalza che ha preso le redini del gruppo all'inizio dell'estate. A chiamarli era stato proprio don Verzè, grazie ai buoni uffici del segretario di Stato Vaticano, Tarcisio Bertone. Il fato ha consentito a don Verzè di non assistere all'ultima scena (l'apertura delle buste è prevista per il 10 gennaio), Ma soprattutto lo ha sottratti alle domande più imbarazzanti da parte della Procura di Milano. I magistrati indagano sul buco da 1,5 miliardi che ha travolto l'ospedale considerato una delle punte di eccellenza  della sanità in Italia. È venuto fuori che i guadagni del San Raffaele servivano, probabilmente, a finanziare altre attività un po' sconnesse rispetto rispetto a medicine, corsie, sale operatorie. Un latifondo in Brasile, dove don Verzé si recava insieme agli amici, con tanto di piscina e, forse,  compagnie femminili reclutate sul luogo per alleviare lo stress. Poi aerei privati, alberghi di lusso e altre proprietà poco adatte a un ospedale. Don Verzé nella notte che precede San Silvestro ha aiutato il fato a compiere il suo corso? La Guardia di Finanza ha sequestrato la cartella clinica e ha avviato le prime indagini su ordine della magistratura. Staremo a vedere anche se non sarà semplice stabilire la verità. 91 anni sotto stress, come escludere una reazione inconsapevole a qualche farmaco?  Resta il fatto che la morte improvvisa del fondatore porta a due i decessi connessi al crac dell'ospedale. Il 20 luglio era morto Mario Cal, da quarant'anni braccio destro del sacerdote-imprenditore. In questo caso, però, nessun giallo. Cal si era sparato. Unico dubbio il luogo scelto: proprio sotto la cupola dove svetta la statua di San Raffaele, il cui costo, circa sette milioni, rappresenta un'altra pietruzza nella costruzione dell'immane buco. Un caso o un simbolo? Resta il fatto che  lo stesso don Verzé, in una recente intervista non aveva escluso il suicidio come via di fuga da una realtà diventata intollerabile.  Non ha dubbi, invece, Al Bano, che in passato ha scritto un inno per il San Raffaele. «Con lo stress che gli hanno procurato, lo hanno aiutato a morire» ha detto in collegamento telefonico con i giornalisti. Profetica, in questo senso, un'intervista di Don Verzé a Claudio Sabelli Fioretti del 2010: due monsignori di un «sacro dicastero» lo chiamarono a Roma. «Mi dissero: “non si faccia intimorire dal cardinale Montini. Deve solo temere che la sua opera faccia fallimento”. Io dissi: E se fallisco? Uno dei due mi disse: “Se fallisce, un giorno prima si butti dalla finestra del quarto piano”».  E l'altro? «L'altro disse: “Meglio che si compri subito una pistola e prima di fallire si spari”». Le hanno consigliato di suicidarsi? «È la verità. Come si fa a non dire la verità?». A questo punto la risposta sulla scomparsa di don Luigi potrà venire solo dal tribunale delle anime. di Nino Sunseri

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