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Difendersi dalle spie del fisco: donazioni e vendite

Gli esperti: trasferire la casa ai figli può far pagare di meno. E sui capitali scudati si può ricorrere. Scrivete a Libero

Giulio Bucchi
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C'è confusione nell'aria. E c'è anche una grande voglia di non regalare un centesimo in più a uno Stato che chiede tanto, ma rende poco. Dalle lettere che arrivano all'indirizzo [email protected] scopriamo un mondo, poco raccontato dai giornali. Un mondo che non entra nelle tabelle ufficiali, ma che tiene in piedi l'Italia con montagne di tasse versate. I nostri lettori chiedono spiegazioni precise ai consulenti fiscali e legali dello studio Pirola Pennuto Zei & Associati. E senza nascondersi. A dimostrazione che la manovra colpisce gli onesti e non fa paura agli evasori. La casa rimane l'argomento clou. E con il ritorno dell'Imu sono iniziate grande discussioni: l'abitazione è intestata a un genitore, ma è abitata dal figlio. La madre pagherebbe l'Ici sulla seconda casa spendendo non poco. Oppure ci sono i fratelli che hanno ereditato un immobile e ora temono di dover sborsare una fortuna con la revisione degli estimi e, in prospettiva, con l'adeguamento delle rendite al valore reale delle abitazioni. Sembra di capire dunque che parecchi contribuenti abbiano contattato i notai per vedere come risparmiare. Forse questa “salva-Italia” ridisegnerà la mappa dei proprietari italiani, perché è vero che il notaio costa, ma è pur vero che all'orizzonte non c'è ottimismo. Napolitano parla di sacrifici, Monti di sforzi: si intuisce che le salassate non sono ancora finite. Ecco perché si cerca la sistemazione per il lungo periodo. Come nel caso dei capitali scudati: ma è mai possibile - si chiede un lettore - che lo Stato non rispetti gli impegni presi due anni fa? Infatti, sostengono gli esperti che ci supportano nell'operazione “sportello Libero”, non è detto che l'imposizione del bollo in cambio dell'anonimato vada in porto: già in passato situazioni analoghe sono state censurate davanti alla Corte di Giustizia Ue. E talvolta il contribuente ha vinto. di Giuliano Zulin Scrivete a [email protected] Difendersi dalle spie del fisco: via lo Stato dai conti correnti Di seguito, le domande dei lettori e le risposte degli esperti Residente fuori, casa in Italia I miei figli italiani, ma nati all'estero e residenti all'estero nella Ue, comprarono una casa in Italia. Sull'atto di compravendita   il notaio scrisse che era prima casa perché non possedevano  altre case sul territorio italiano. Bisogna dunque pagare le tasse come prima casa, oppure è cambiato qualcosa? Seconda domanda: io risiedo in Svizzera da 54 anni, ma ho dei soldi su un libretto postale in Italia. Poiché ormai sono molto anziano e non posso più andare in Italia ogni volta per gestire questi soldi, che non sono molti    vorrei portare questi soldi in Svizzera in modo legale. È possibile? Se è possibile come dovrei fare?  Gerardo Di Pietro 1° domanda: Sulla casa acquistata dai suoi figli dovrà essere pagata la nuova Imu, il cui presupposto è il possesso degli immobili, ivi compresa l'abitazione principale e le pertinenze della stessa.   2° domanda: È certamente legale trasferire la liquidità presente su un proprio conto corrente postale dall'Italia in Svizzera; è anche ovviamente possibile e, al riguardo, probabilmente la migliore modalità potrebbe essere o quella del bonifico bancario o dell'accredito della disponibilità su una filiale italiana di una banca svizzera Stretta tra Imu e spese notarili Gentili signori, sono una pensionata da 1000 euro al mese; ho  un figlio impiegato il cui  stipendio supera di poco la mia pensione e che  ha moglie e un figlio a carico. Stiamo cercando di parare il meglio possibile la prossima mazzata dell'Imu. Io sono usufruttuaria di una vecchia casa a due piani composta da due appartamenti di circa 100 mq ciascuno. Al  piano terra ci abito io;  al primo piano, che per me sarebbe una seconda casa, abita  mio figlio con la sua famiglia in uso gratuito. Mio figlio è anche il nudo proprietario di tutta la casa. Per la mia abitazione pagherò l'Imu  per la prima casa. Domanda: potremo pagare l'Imu  per la prima casa anche sull'appartamento abitato da mio figlio? Potremo chiedere,  in caso affermativo, la detrazione di 50 euro per il mio nipotino che ha 8 anni? Forse sarebbe meglio se io rinunciassi all'usufrutto per l'appartamento al  primo piano, così mio figlio, acquisendo la piena proprietà, pagherebbe certamente l'Imu  sulla prima casa anche lui;  ma per farlo bisogna rivolgersi a un notaio, ed è una spesa che non ci possiamo permettere.  Chiara Banchetti La soluzione da Lei prospettata è quella corretta; purtroppo per renderla effettiva dovrà rinunciare al diritto di usufrutto a favore del figlio. Si tratta di fare un calcolo di convenienza economica, ovvero se conviene corrispondere l'Imu  quale “seconda casa” ovvero pagare l'atto notarile e le relative imposte. È consigliabile, a prima vista, procedere con la rinuncia dell'usufrutto in quanto l'annunciata riforma del catasto porterà, verosimilmente, ad un aggravio dell'imposizione in tutte le occasioni in cui verranno “trasferiti” gli immobili.  Cessione  alla figlia Sono proprietaria dal 1974 della (prima) casa in cui abito con mio marito, nel 2009 con la morte dei miei genitori ho ereditato la piena proprietà della casa (seconda per  me) dove loro vivevano.  Ho due  figlie: una, che dal  2010 vi risiede, avrebbe espresso l'intenzione di acquistarla. Non voglio che accenda   un mutuo,   ma se possibile effettui il pagamento con versamenti in rate semestrali da indicare nell'eventuale contratto di acquisto.  Vi chiedo se questa può essere una soluzione fattibile con le ultime norme del decreto “salva Italia” oppure in alternativa se vi sono altre soluzioni.  O.C. La cessione a titolo oneroso della seconda casa alla figlia è sempre possibile ed è parimenti possibile stabilire nel rogito notarile modalità di pagamento del prezzo anche dilazionate, con o senza garanzie per il venditore che non incassa il corrispettivo della vendita all'atto del rogito stesso. La cessione potrà avvenire anche a “titolo gratuito” (donazione) ed in tale caso trattandosi di donazione fra genitore e figlio nessuna imposta di donazione è dovuta  (e ciò fino a concorrenza del valore di 1 milione di euro per ciascun figlio e il coniuge). Segnaliamo tuttavia che, per le regole sulla successione ereditaria previste dal codice civile, all'apertura della successione il valore del bene donato (su cui in questa sede non possiamo dilungarci troppo) sarà oggetto di collazione in modo da poter garantire anche agli altri eredi il rispetto della cosidetta “quota legittima”. In parole meno criptiche il valore del bene donato sarà sommato al valore dei beni esistenti all'apertura della successione e il corrispondente valore totale sarà suddiviso fra gli aventi diritto in base alle regole indicate dal de cuius nel testamento ovvero, in mancanza di testamento, dalle regole previste dal codice civile. Il bollo sui capitali scudati Data la retroattività e incostituzionalità della legge Monti sullo scudo è possibile intraprendere una class action presso la Corte Europea e la Corte costituzionale italiana? Volendo seguire la legge sopranominata che cosa si dovrebbe fare per mantenere l'anonimato ed eseguire il pagamento? Tale pagamento come dovrebbe avvenire se il capitale importato con lo scudo è già stato investito in Italia in immobili? Si dovrebbe cioè detrarre la somma investita dalla somma importata, oppure no? Per un capitale da sempre investito in assicurazione all'estero e regolarmente scudato, come ci si deve comportare, visto che essendo assicurazione non può essere venduto se non riscattato a scadenza? Il 4 per mille che viene richiesto per sempre su che somma dovrà essere conteggiato se il denaro è già stato speso? La tassa dell'1 per mille richiesta dallo Stato per regolari investimenti in banche estere europee, dove già vengono pagati oneri del Paese europeo, non confligge con il principio della libera circolazione dei capitali? Oltre tutto si tratta di una vera e propria patrimoniale calcolata sul capitale investito e non sugli interessi maturati. È  possibile anche per questo intraprendere una petizione al Consiglio europeo?   La tassa sugli investimenti assicurativi e non posseduti all'estero  non costituisce violazione della convenzione internazionale contro le doppie imposizioni stipulate fra Italia e Stati europei?   lettera firmata La domanda del lettore è complessa, investendo aspetti fiscali e di politica economica, e meriterebbe un'adeguata articolazione della risposta che comunque diamo su alcuni dei punti sollevati.  1) Al momento non ci sentiamo di escludere un'azione avanti la Corte di Giustizia UE o la Corte Costituzionale, non tanto nella forma di una class action (che non sembrerebbe però la più appropriata nel caso in questione), ma in quella di un ricorso eventuale alla Corte di Giustizia UE, con effetti però almeno al momento incerti.  2) Ad oggi, pare che l'unico modo per continuare a garantire l'anonimato sia quello di corrispondere l'imposta di bollo di cui all'articolo 19 della Manovra Monti. 3 e 4) Riteniamo che questi aspetti (investimento di capitali scudati in immobili e investimento in assicurazioni) debbano costituire oggetti di opportuni chiarimenti da parte dell'Amministrazione Finanziaria; peraltro, dovranno essere valutati caso per caso e non pensiamo sia possibile fornire una soluzione generalizzata valida sempre e comunque. Volendo comunque dare una risposta almeno al primo tema non ci sembra che ai fini del calcolo dell'imposta di bollo speciale prevista dalla Manovra si possa detrarre la somma investita, ad esempio in immobili, dalla somma scudata.   Per quanto riguarda le altre osservazioni fatte dal Lettore (tassa dell'1 per mille per regolare investimenti in banche estere europee e principio della libera circolazione dei capitali, violazione della Convenzione internazionale contro le doppie imposizioni, petizione al Consiglio europeo) ci sentiamo di concordare, segnalando altresì come in passato situazioni analoghe a quelle in esame hanno costituito oggetto di censura avanti alla Corte di Giustizia UE, in alcuni casi anche con esito favorevole per il contribuente. Trasferimento di proprietà Il mio caso è il seguente: genitori proprietari di casa composta da 3 alloggi.    Un  alloggio: prima casa genitori, un  alloggio in cui vive un  figlio, un alloggio in cui vive un altro figlio.  I genitori e i figli non possiedono altri immobili. Finora i genitori hanno sempre pagato l'Ici. Cosa si può fare per diminuire il carico dell'imposta su questo immobile? Gian Maria Bertolotto Per usufruire di un'imposizione più bassa i suoi genitori potrebbero valutare la possibilità di trasferire la proprietà, l'usufrutto o il diritto di abitazione delle due abitazioni a ciascuno dei figli, che così diventerebbero i soggetti passivi ai fini fiscali e  potrebbero fruire delle riduzioni previste per l'abitazione principale. Naturalmente si dovranno valutare la convenienza dell'operazione, tenendo in considerazione le spese che l'atto di donazione comporta. Cosa si intende per prima casa  Siamo  4 fratelli, ed alla morte dei  genitori abbiamo ereditato un appartamento che è abitato, di comune accordo, da un fratello single che ha sempre convissuto con loro. Noi altri 3 fratelli abbiamo sempre pagato l'Ici  dovuta,  in quanto risulta essere seconda casa. Con la nuova normativa esistono alcune modalità onde ottenere la riduzione/esenzione dell'Imu? Altra cosa: per quanto attiene la definizione di prima casa, è indispensabile avere la residenza nella stessa o la residenza posso averla in altra casa di non proprietà ma nello stesso comune? lettera firmata Purtroppo solo il fratello che ha destinato l'appartamento ad abitazione principale ha la possibilità di applicare l'Imu  ridotta e di godere interamente della detrazione di   200 euro. Secondo quanto prevede la legge Salva Italia per abitazione principale si intende l'immobile, iscritto o iscrivibile in catasto, nel quale il possessore dimora abitualmente e risiede anagraficamente. Circa possibili modalità utilizzabili per ridurre l'impatto dell'Imu  rimandiamo a quanto indicato in risposte ad altri quesiti, con l'avvertenza che ogni caso concreto va attentamente valutato non essendo opportuno una unica ricetta per tutte le situazioni. Il comodato gratuito Ho dato l'appartamento che ho ereditato dai miei genitori a mio figlio in comodato gratuito; dovrò pagare l'Imu  come seconda casa? Giovanna Sartor La risposta purtroppo è affermativa. Possibili modalità per ottenere risparmi sono indicate in risposta ad altri simili quesiti. Sulle aliquote agevolate Sono proprietaria di una seconda casa data in uso gratuito al figlio, con regolare residenza e contratto di comodato gratuito. Vorrei sapere se ai fini Imu   può essere applicata l'aliquota più  bassa dello 0,4%,  come per le case locate.   lettera firmata Purtroppo alla stato riteniamo non possibile l'applicazione dell'aliquota agevolata. Per ovviarvi abbiamo indicato alcune possibili soluzioni in risposta ad altri quesiti apparsi sul quotidiano. Compensi dall'estero Ho un dubbio atroce dopo le ultime modifiche sui c/c.  Infatti al momento sono disoccupato e lavoro part-time durante l'estate come coordinatore di un programma estivo che una università canadese svolge in Italia. Il mio compenso è  intorno ai 4/5000 euro e questo è  il totale del mio reddito annuo. Ma il punto è  che l'università  invia sul mio conto corrente circa 35.000 euro per le spese on-site del programma (che comprende circa 170 studenti). Con le nuove normative sarei soggetto a controlli fiscali, vero? Cosa posso fare per evitare che venga coinvolto in tutto questo? Come potrei ricevere i soldi dall'università senza che io sia coinvolto in prima persona e non venga  “risucchiato”   in questi controlli che sarebbe difficile spiegare visto che molti pagamenti sono per entrate al museo, guide, mance ecc e ovviamente non ci sarebbero ricevute? Tra l'altro le ricevute le devo inviare all'università per confermare le spese.   Vincenzo Di Pietro La risposta richiederebbe alcuni elementi aggiuntivi. Tuttavia in linea generale non mi preoccuperei troppo in quanto la segnalazione che verrà effettuata per i suoi prelievi che saranno opportunamente documentati dalle fotocopie dei giustificativi consegnati all'università (per i musei, ad esempio, sarebbe opportuno che si facesse rilasciare dalle biglietterie una dichiarazione riportante i biglietti acquistai ed il relativo costo); inoltre suggerirei di farsi rilasciare un “attestato” dall'università canadese che conferma che il suo operato è conforme agli accordi contrattuali da lei stipulati con l'Università stessa. Si tratta di suggerimenti mutuati dall'esperienza che nel passato, anche recente, hanno funzionato in casi analoghi. Prelievi e soglia dei 1000 euro I  prelievi bancari in contanti sono tracciati dai 1000  euro in su, se ne  prelevo 900  a giorni ravvicinati fino ad arrivare alla cifra che mi serve  (es. 5000  euro), posso essere controllato e devo dare spiegazioni? lettera firmata La manovra Monti  all'articolo 12 ha previsto che sono tracciati i prelievi bancari da 1.000 euro  in su, ma al contempo non ha previsto nulla nel caso di prelievi ravvicinati di importo (anche leggermente) inferiore a tale soglia.  Tuttavia, da un punto di vista sostanziale occorre tener conto di altre normative previste nel nostro ordinamento che vedono con sospetto tali operazioni e quindi operare come descritto nel quesito potrebbe almeno in linea teorica comportare qualche problema, con la conseguenza necessità di dare opportune spiegazioni all'Amministrazione Finanziaria. Donazioni  e detrazioni La casa dove abito è  stata donata due anni fa da me e dal mio ex marito ai nostri due figli,  il primo di 20 già maggiorenne, il secondo di 15. Io non posseggo altre case ed il mio ex marito abita in una nuova casa di sua proprietà. Per  la parte originaria di mia proprietà  ho l'usufrutto. C'è  la possibilità di avere una esenzione al momento del pagamento dell'Imu?  Rita Favero In qualità di usufruttuaria sarà soggetta all'Imu per la quota di spettanza, potendo tuttavia godere della detrazione per l'abitazione principale. Nel caso in cui i due figli, di età non superiore ai 26 anni,  dimorino abitualmente e risultino anagraficamente residenti nell'abitazione, la detrazione complessiva sarà pari ad euro 300 (200 + 50+ 50) su base annua e dovrà essere ripartita tra i soggetti passivi proporzionalmente alla quota per la quale si verifica la destinazione ad abitazione principale. Agevolazioni per bassi redditi Sono un separato e percepisco 1350 euro mensili,  sono proprietario di una casa di 75 metri  quadrati e pago un mutuo di 580 euro mensili, poi do 250 euro mensili per il mantenimento per mia figlia, e devo vivere con 520 euro al mese. Mi chiedevo se per persone separate come me con un basso reddito c'è la possibilità di avere una riduzione per l'Imu.   Luigi Besana In primo luogo è opportuno considerare che dal 1° gennaio 2012 l'Ici viene sostituita dall'Imu. Nel caso prospettato è possibile usufruire dell'aliquota ridotta (0,4% salvo modifiche del Comune) e della detrazione di 200  euro se, come pare di capire dal quesito, il lettore dimora abitualmente e risiede nell'immobile. Purtroppo l'IMU come è stata congegnata appare una imposta patrimoniale che non tiene conto dei debiti direttamente afferenti al bene oggetto di imposizione.

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