Cerca
Cerca
+

Requiem per la Lotteria Italia Sepolta dai gratta e vinci

Agli italiani piace vincere subito: giù del 15% gli acquisti dei biglietti. Colpa dei grattini e delle lotterie istantanee

Andrea Tempestini
  • a
  • a
  • a

Dopo il flop dei cinepanettoni e il tradimento del Grande Fratello, un'altra tradizione nazionalpopolare non riesce a sfuggire alle leggi dell'invecchiamento: è la Lotteria Italia, che quest'anno un po' ovunque ha registrato un calo delle vendite riassumibile in un meno 15% totale rispetto all'anno scorso. Agipronews fa sapere che, mentre nel 2010 erano stati staccati 9,6 milioni di tagliandi, quest'anno, a meno di una settimana dall'estrazione del 6 gennaio, i biglietti venduti sono circa 8 milioni, il livello più basso mai toccato nella storia della Lotteria Italia. Una crisi che appare irreversibile. Lazio, Lombardia, Emilia Romagna e Campania, tra le regioni in cui sono stati collocati il maggior numero di biglietti. Venduti 1.271.260 tagliandi in Lombardia, 85.440 a Varese, mentre Milano, Brescia e Bergamo sono le prime tre città lombarde ad aver rinfoltito le casse della Lotteria, con un totale di 876.640 biglietti: eppure l'unica città lombarda a fare jackpot è stata Rho che nell'edizione 2003-3004 ha vinto 5 milioni di euro. Una crisi che appare senza via d'uscita. Ma c'è stato un tempo in cui l'estrazione del 6 gennaio era uno dei momenti più attesi dell'anno. L'istante in cui la vita poteva cambiare nello spazio di un istante. Non c'era famiglia che non avesse in casa almeno un tagliando di quello che un tempo veniva chiamata la Lotteria di Capodanno. Ogni buon padre di famiglia riteneva che fosse suo dovere di responsabilità nei confronti della moglie e dei figli correre in tabaccheria (allora i punti vendita erano molto selezionati) per acquistare il passaporto per la fortuna. Una maniera per assicurare ai proprio cari un futuro migliore. Quando, nel 1988, il biglietto era abbinato alla trasmissione Fantastico, le vendite avevano raggiunto quota 38 milioni, su un totale di ventidue milioni di famiglie e 40 milioni di adulti. La fonte di tale emorragia di vendite, va  ricercata nel proliferare di lotterie e giochi d'azzardo, con premi altrettanto ricchi e che non occorrono una sola volta all'anno, ma quotidianamente, come ad esempio la video lottery e i gratta e vinci. Questi ultimi infatti, non risentono della crisi con il loro guadagno di 10,2 miliardi di euro, vale a dire un'entrata di 28 milioni al giorno: in 36 ore sono capaci di incassare quanto una edizione intera della Lotteria Italia. Niente di paragonabile con il fascino  “vintage” della Lotteria di Capodanno. L'abbinamento a Canzonissima, lo show televisivo del sabato sera per l'Italia che si svegliava al rimbombare del “boom” economico. Era l'anno 1956, la Rai-Radiotelevisione Italiana aveva visto la luce solo due anni prima. L'apparecchio era rigorosamente in  bianco e nero. Corrado, Mina, Walter Chari, erano i mostri sacri del varietà a 42 pollici che invadevano le case.  E come dimenticare lo scandaloso ombelico di  Raffaella Carrà nel 1970? O l'edizione con Delia Scala, Paolo Panelli, Nino Manfredi? E poi la sera della Befana tutti davanti alla televisione. A compulsare i numeri. Mentre il cuore batte e gli occhi si accendono.  Le esclamazioni di dolore per le serie azzeccate, ma mancava sempre qualche numero. L'ultimo soffio di speranza con i numeri di consolazione che seguivano il tesoretto dei biglietti vincenti. Premi più piccoli che certo non cambiavano la vita come quelli più importanti. Ma sicuramente avrebbero alleviato il peso delle cambiali firmate a chili per acquistare l'auto, il frigo, la prima lavatrice. Un successo immenso. A tal punto che ancora a metà degli anni '80 alcuni quotidiani pensarono di allungare il sogno. Inventarono un gioco che utilizzava le matrici dei biglietti non estratti. Un successo senza precedenti. Tirature che superavano il milione di copie. Ricchezza e fortuna a piene mani. Oggi solo il passato. Certamente è l'immediatezza degli altri giochi il segreto dell'insuccesso della lotteria. Se si pensa che nel 2009 fu il primo premio della Lotteria Italia a non essere incassato (lo stesso venne poi ridistribuito nell'edizione successiva) sembrerebbe proprio di sì: dal 2002 a oggi, i premi non ritirati corrispondono a 17 milioni di euro che, per legge, se non vengono ritirati entro 180 giorni dalla pubblicazione dei numeri sulla Gazzetta Ufficiale, vengono incamerati dallo Stato. Impensabile fino a ieri. Ma oggi nessuno ha più voglia di aspettare mesi o settimane prima di sapere se la fortuna, per una volta, ha tolto la benda. di Nino Sunseri

Dai blog