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Assalto ad Amsterdam: tutti a caccia dell'ultima canna libera

Dall'anno prossimo i coffee shop saranno club privati vietati ai turisti. San Silvestro, boom di prenotazioni

Andrea Tempestini
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Ancora poche ore e il volto di una capitale permissiva e libertina cambierà definitivamente.  È un momento a suo modo storico e in tanti hanno deciso di non perderselo: nella città di Amsterdam si vive un'atmosfera catartica, una giornata campale con un aumento a due cifre di visitatori stranieri.  Ma la vera novità è che a procurare il trenta per cento in più di turisti non saranno le suggestive illuminazioni dei canali o i capolavori di Van Gogh, bensì la possibilità di fumare l'ultimo spinello in compagnia prima dell'entrata in vigore della nuova legge. Dal primo gennaio 2012 l'Olanda non sarà più la patria degli accomodanti coffee  shop, della tolleranza senza limiti e fraternità a tutti i costi.  Una recente direttiva, approvata con mille polemiche tra il governo centrale e l'amministrazione cittadina, trasformerà i 220 locali dove è consentita la vendita di cannabis in club privati.  Per farsi un “trip” bisognerà diventar soci, ma per ottenere la tessera è necessario risiedere legalmente nella terra dei tulipani. Oltre a schedare la clientela, i gestori dei bar sono obbligati a rispettare il tetto massimo di due mila membri e se la struttura si troverà in un raggio minore di 350 metri da una scuola dovrà subito sloggiare, in una diaspora di rollatori. È una vera batosta per il commercio di erba legalizzato, considerando la quantità impressionante di persone che giungevano in città solo per sballarsi con gli amici, salvo poi barcollare tutta notte in preda a visioni mistiche.  Il fiorente business catalizzava da ogni parte di Eurolandia dai 50 ai 150 mila incalliti fumatori al mese.                                   Stasera è l'ultimo San Silvestro anti proibizionista e, nonostante la crisi e la necessità di stringere la cinghia, da tutto il mondo fioccano le prenotazioni per salutare il nuovo anno in un localino stile Jamaica con l'effige della divinità Bob Marley alle pareti. Tra i primi a farsi avanti ragazzi dai 18 ai 24 anni, in fuga clandestina da mamma e papà, pronti a raggiungere la terra promessa con ogni mezzo fruibile.  Le agenzie di viaggio italiane confermano la caccia all'ultimo posto per Amsterdam: non si trova  un biglietto low cost e neppure un letto negli ostelli, anche se tracciare le rotte dello spinello non è facile. In molti sono partiti i giorni scorsi in treno o con l'immancabile autostop, pronti a restare svegli il più a lungo possibile e cercare sistemazioni di gruppo. Sono i tratti di un soggiorno mordi e fuggi, che le autorità arancioni vogliono scoraggiare, dando una nuova immagine alla città.  Una riconversione del turismo da allucinogeno a culturale, un taglio netto ai viaggi della speranza.  Amsterdam vuole scrollarsi di dosso l'appellativo di “meta stupefacente” puntando sul proprio patrimonio storico: abbasso l'hashish a favore di gallerie d'arte e musei. In totale disaccordo con la decisione ministeriale, gli enti locali, terrorizzati dalla perdita di consistenti introiti. Infatti il celebre spirito libertario ha reso parecchio nel tempo e, soprattutto, esiste un precedente che spaventa: Maastricht, località olandese che per prima ha vietato la droga leggera ai forestieri, dallo scorso ottobre è crollata nel turismo, con un meno 20% di visitatori stranieri e una perdita annua di incassi valutata in  trenta milioni di euro. I più furenti, ovviamente, sono i proprietari di coffee shop che rischiano la chiusura.  Inferociti per la legge governativa si concentrano sull'ultimo pienone di oggi: centinaia di chiamate, tavoli esauriti, trattamento completo con il miglior fumo assicurato. Ma una domanda sorge spontanea: cosa accadrà a mezzanotte in punto? La polizia sarà tollerante o applicherà immediatamente la rigida norma?  Cacceranno i clienti allo scoccare del nuovo anno, strappando di bocca il furtivo spinello, o chiuderanno un occhio? di Massimo De Angelis

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