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Sindacati avvertono Monti "Rischio tensioni sociali"

La Camusso: "Il conflitto può crescere di pari passo alla disuguaglianza. Il premier sia più coraggioso". Cisl e Uil ripetono le parole della Cgil

Andrea Tempestini
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Se Mario Monti dice di essere sicuro del fatto che non ci saranno "grosse" tensioni sociali, la segretaria della Cgil, Suasanna Camusso, parla di un "rischio reale". Nei prossimi mesi, secondo la Camusso, il rischio reale di tensioni sociali sarà crescete e "va contrastato con un piano per il lavoro. La recessione avrà un impatto duro sull'occupazione e sui redditi. Il rischio che cresca il conflitto sociale man mano che cresce la disuguaglianza è reale". Quindi un avviso al governo: "E' meglio che abbia più coraggio di quanto ne ha avuto finora e apra un confronto eplicito e costruttivo con le parti sociali sui temi della crescita e dell'occupazione. Noi vogliamo confrontarci sulla crescita del Paese, e per noi crescita vuol dire creare nuove occasioni di lavoro per giovani e donne e lavori meno instabili e precari per tutti". Lavoro e articolo 18 - Sul lavoro la Camusso ha esposto la sua ricetta, accompagnata dal consueto attacco al precedente govenro: "Proponiamo un nuovo Piano del lavoro. Crediamo sia indispensabile ridurre il numero e la tipologia dei contratti instabili e atipici, moltiplicata in maniera irresponsabile dal governo Berlusconi. Bisognerà anche riformare gli ammortizzatori sociali per tutelare maggiormente chi perde il lavoro, senza rinunciare agli interventi urgenti che si proporranno nei prossimi mesi. Fare queste due operazioni a parità di spesa 2011 ci sembra molto difficile", ha aggiunto la Camusso. La segretaria ha poi ribadito la sua contrarietà a toccare l'articolo 18 perché "non c'entra niente con i problemi della crescita e della riforma del meracato del lavoro. LO dicono molti economisti, giuristi e molte imprese, non solo i sindacati. Quindi per noi è fuori discussione". Bonanni: "Tutto dipende dal governo" - Dopo la Camusso, anche il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni, ha sottolinato che l'inasprirsi del conflitto sociale nei prossimi mesi di recessione "dipenderà soltanto dal governo. La Cisl - ha aggiunto - chiede una concertazione vera su tutti i temi economici e sociali. La necessaria rapidità delle decisioni non può divenire un alibi per evitare il confronto con il sindacato. Non accetteremo pacchetti preconfezionati o ispirati da altri". Bonanni ha poi attaccato l'esecutivo Monti, spiegndo che "finora il governo ha voluto fare da solo e infatti la reazione del sindacato è stata la diretta conseguenza di questa scelta. Verificheremo nei prossimi giorni se ci sarà un cambiamento nella linea del governo e se alle parole del presidente Monti corrisponderanno i fatti. Angeletti rincara la dose - A ricompattare i sindacati ha poi contribuito anche Luigi Angeletti, leader della Uil, che ha ripetuto: "Non è nostra intenzione fare del conflitto sociale la nostra regola, ma è chiaro che il governo si illude se pensa che possiamo sopportare un 2012 carico di disoccupati. La combinazione di pensioni più basse, redditi reali decrescenti e minore occupazione non è un buon viatico per la pace sociale". Per Monti e per il piano di riforme del lavoro si preannunciano tempi duri.

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