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Golpe di Angela e Giorgio Hanno fatto fuori il Cav

Il Wall Street Journal: Merkel chiamò Napolitano per chiedergli di far cadere Silvio Berlusconi e il Colle eseguì. Ma il Quirinale smentisce

Andrea Tempestini
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Il colpetto di Stato? C'è stato, eccome. Libero aveva più volte scritto che l'asse attorno al quale gravitava il movimento che spingeva per abbattere Silvio Berlusconi non era soltanto italiano, ma europeo (o meglio, tedesco). La grande protagonista del trappolone è la cancelliera di Berlino, Angela Merkel. La ricostruzione del golpe è stata effettuata dal Wall Street Journal, secondo il quale la Merkel avrebbe chiamato il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano - l'altro grande artefice della spallata - per chiedergli di sostituire il Cavaliere con un altro premier (il Quirinale però smentisce). La Merkel si era affannata a sostenere che era necessario rimuovere Berlusconi per evitare che la tempesta finanziaria che colpiva (e continua a colpire) l'Italia facesse crollare l'intero Vecchio Continente (il Financial Times, proprio oggi, s'interroga: a cosa è servito cacciare Berlusconi?). Peccato però che tra spread e corsa ribassista delle Borse, con l'avvento di Mario Monti, le cose non paiono essere cambiate. Il Wall Street Journal nella sua ricostruzione cita delle fonti diplomatiche statunitensi.La ricostruzione - Secondo il quotidiano finanziario, nel corso della telefonata la Merkel si disse preoccupata per l'incapacità di Berlusconi di gestire la crisi del Belpaese, una crisi che a suo parere avrebbe potuto travolgere l'Europa e la Germania. Il complice Napolitano rispose preoccupato, poiché a suo parere non era rassicurante il fatto che Berlusconi fosse sopravvissuto a un voto di fiducia con pochi voti di scarto. Quindi i ringraziamenti della Merkel, che invitò a fare qualsiasi cosa in suo potere per promuovere le riforme. Quindi il Capo dello Stato, dopo essersi messo sull'attenti, cominciò ad agire più concretamente telefonando ai vertici dei partiti per chiedere se fossere disponibili a sostenere un esecutvio tecnico. E anche sui vertici dei partiti ci sarebbero state pressioni della Germania, pressioni che secondo il Wall Street Journal si rivelarono decisive. Angela viola i patti - La Merkel, alzando la cornetta, ha anche violato la legge non scritta che prevede che tra i leader europei non vi sia ingerenza per quel che riguarda gli affari interni dei reciprioci paesi. Ma in deroga alle regole, la Cancelliera ha alzato il ricevitore, trovando dall'altro lato l'interlocutore scelto, Napolitano,  che come scrive il quotidiano di Rupert Murdoch "in quanto presidente italiano è la persona con l'autorità di nominare un nuovo premier se quello in carica non dovesse più avere il sostegno del parlamento". Il Wall Street Journal riferisce che la ricostruzione si è basat su "oltre due dozzine" di interviste con persone coinvolte nei processi decisionali, e aggiunge che la chiamata è avvenuta "in una fredda serata dello scorso ottobre". La smentita del Quirinale - Il Quirinale però smentisce la telefonata. "In riferimento ad alcune indiscrezioni di stampa, internazionale e italiana, si precisa che nella telefonata, niente affatto segreta, del 20 ottobre 2011, al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, il Cancelliere della Repubblica federale tedesca, Angela Merkel - recita un comunicato dell'ufficio stampa del Colle -, non pose alcuna questione di politica interna italiana, nè tanto meno avanzò alcuna richiesta di cambiare il premier. La conversazione ebbe per oggetto soltanto le misure prese e da prendere per la riduzione del deficit, in difesa dell'Euro e in materia di riforme strutturali".

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