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Lavoro, il piano della Fornero: si va verso il contratto unico

Elsa lo chiama "prevalente": licenziamenti senza giusta causa, al dipendente va un indennizzo. Per tre anni niente reintegro

Andrea Tempestini
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Inizia la cosiddetta fase due del governo di Mario Monti che porterà, almeno queste sono le intenzioni, a una riforma del mercato del lavoro e a un piano di liberalizzazioni. E proprio sulla materia del lavoro pare non essere più un mistero che tra le principali ipotesi allo studio ci sia quella del contratto unico, che il ministro Elsa Fornero definisce "contratto prevalente". L'obiettivo che si vuole raggiungere introducendo la misura è quello di riorganizzare la giungla di contratti esistenti e quella degli ammortizzatori sociali.I tre obiettivi - Nel dettaglio l'esecutivo del Prof si pone tre obiettivi. Il primo, "superare il profondo dualismo del mercato del lavoro italiano con effetti negativi non solo in termini di equità ma di efficienza", ha spiegato Monti nel corso della conferenza stampa di fine anno. Il secondo, "superare regolazioni che puntano quasi solo su condizioni di liceità delle diverse fattispecie giuridiche e con forti incertezze interpretative". Il terzo, "le tutele da cercare nel mercato devono favorire la riallocazione del mercato". La bozza - Monti in conferenza stampa, su tutti i fronti, è stato avaro di dettagli. Ma secondo le indiscrezioni, come detto, si lavorerebbe a un contratto unico che ricalcherebbe la versione Boeri-Garibaldi e la sua evoluzione legislativa, il disegno di legge Nerozzi (Pd), che è una sorta di versione leggera della proposta del giuslavorista Pietro Ichino. In particolare, questo "contratto prevalente" a tempo indeterminato prevede un periodo di ingresso di tre anni in cui il lavoratore, nel caso in cui venisse licenziato, riceverebbe un'indennità economica pari a cinque giorni di retribuzione per ogni mese già lavorato in azienda, ma senza il reintegro imposto dall'articolo 18 in caso di licenziamento senza giusta causa. Armonizzare i contributi - La proposta contiene inoltre una norma che la Fornero non ha mai fatto mistero di gradire: il ministro, da sempre, è dell'idea che con il nuovo sistema pensionistico contributivo esteso a tutti sia necessario armonizzare i contributi, in particolare nell'interesse del futuro previdenziale dei più giovani. Così l'idea è quella di una graduale equiparazione tra le due aliquote. Il governo, inoltre, vuole sfoltire gli oltre 40 contratti precari (livelli da record assoluto) che costituiscono il groviglio del mercato del lavoro italiano. Confronto con i sindacati - Monti ha annunciato che per quel che concerne la riforma del lavoro, al contrario di quanto avvenne per le pensioni, ci sarà un confronto con i sindacati. Il Professore però spiega che "dovrà essere condotto con una certa rapidità". Il tempo stringe, ed è probabile che le discussioni inizino già subito dopo l'Epifania. Le sigle sono già sull'altolà, e hanno replicato al premier spiegando che il confronto dovrà essere vero. Dura la Cgil, che non accetta un dialogo "condizionato dalla fretta", mentre Raffaele Bonanni, segretario della Cisl, ha spiegato che la riforma deve avvenire "senza pacchetti preconfezionati o ispirati da altri".

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