Monti zittisce i ministri: "Fase 2, parlo solo io"
Crescita, bocche cucite dopo tre ore di CdM. Il premier: "Consenso unanime". Domani mattina la verità, rivolta Pdl: "Serve un break"
Tre ore di consiglio dei ministri, poi bocche cucite. "Parlo solo io", ha detto ai suoi ministri il premier Mario Monti, ben consapevole che una parola in più in questo momento può far franare tutto il suo fragilissimo castello. "Il Consiglio ha unanimemente condiviso quanto proposto dal Presidente", si limita a recitare il comunicato di Palazzo Chigi al termine dell'ultimo CdM del 2011, finito intorno alle 18.10. Ed è stato complicato, perché su tavolo di Passera, Fornero % Co. c'era un complesso pacchetto di riforme e misure per la crescita. La Fase 2, così, comincia con la museruola. Lo ammette lo stesso ministo per la Cooperazione Andrea Riccardi, uno dei più attivi quando c'è da presentarsi davanti a microfoni e taccuini: "Domani sarà molto interessante sentire la lettura che Monti darà dell'azione di governo finora e della prospettiva - elude così i giornalisti in attesa -. Ora potrei dire solo spezzoni, aspettiamo di sentire Monti domani". Appuntamento, allora, a domani mattina, giovedì 29 dicembre, per la conferenza di fine anno del premier in cui si sveleranno i punti salienti dell'azione di governo. Da Palazzo Chigi trapela solo soddisfazione per l'andamento dell'asta odierna dei Bot. Sussurri e voci - Finora si è ragionato per soffiate, intuizioni, mezze ammissioni. L'ultima, il possibile ritocco verso l'alto dei pedaggi autostradali. Sulla carta, rientrerebbe tutto nella politica di liberalizzazioni che dovrebbe intaccare i privilegi di categorie 'protette', dai tassisti ai farmacisti fino, appunto, ai gestori delle autostrade. In pratica, però, continuerebbero a pagare i contribuenti già colpiti duramente dalla Fase 1 del governo, la manovra di sole tasse. E anche sulla già annunciata riforma degli estimi catastali (a costo zero per il governo, il contrario per Confedilizia) la situazione è nebulosa. I maldipancia - Riforma del welfare, liberalizzazioni, smantellamento degli ordini: per le misure concrete bisognerà aspettare qualche ora. Nel frattempo, mentre l'ex segretario Walter Veltroni invita il Pd a non tirarsi indietro ("Se il Pd è intelligente e ha coraggio, sosterrà questo governo. Il Pd deve stare con Monti con autonomia e convinzione. Anche correggendo e migliorando provvedimenti come ha fatto con la manovra", avverte Veltroni in un'intervista a L'Espresso), nel Pdl continua a montare un certo malumore. "L'Italia rischia di essere spacciata a causa delle politiche fiscali e di bilancio messe in atto da chi è stato chiamato al governo per salvarla", incalza il presidente del gruppo azzurro alla Camera Osvaldo Napoli, chiedendo poi a Monti un "break" . Deve, cioè, 'fermare le macchine' e incontrare le forze politiche che lo sostengono per rivedere la politica fiscale. "Il Pdl non può rendersi responsabile di un fallimento", sottolinea Napoli.