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Prof fugge anche dai Btp Asta, Tesoro teme il flop

Vince lo spread. Monti cerca di convincere i mercati: nel 2012 più Bot e meno titoli di lunga durata per evitare il fuoco degli speculatori

Andrea Tempestini
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Piazza Affari maglia nera in Europa (-0,99%) e spread stabile sopra i 500 punti. Spumante e panettone non hanno, purtroppo, addolcito il giudizio dei mercati sul nostro Paese. In barba alla manovra salva-Italia, o forse a causa di essa viste le spinte recessive che arriveranno dalla stretta fiscale messa a punto da Mario Monti, l'assedio prosegue senza sosta. Al punto che il premier sembra intenzionato a correre ai ripari anche attraverso una gestione più “dinamica” del debito pubblico. Il che significa, in soldoni, che dopo banche e investitori anche il Tesoro si prepara a fuggire dai Btp. È questo, al di là dei tecnicismi, il senso delle indicazioni contenute nelle linee guida della gestione del debito per il prossimo anno. Il 2012, si legge nel documento di Via XX Settembre, vedrà il Tesoro «molto attivo sugli strumenti del mercato monetario», quali i Bot trimestrali o con scadenze non standard (i cosiddetti Bot flessibili), le commercial paper e le operazioni di tesoreria (Optes) «al fine di contenere gli squilibri temporanei di cassa». Non solo. Il Tesoro assicura anche che sarà presente «in modo da massimizzare la resa degli strumenti di flessibilità, già utilizzati o di nuova introduzione, al fine di conseguire condizioni di costo e rischio favorevoli in funzione dell'andamento dei mercati». Tra i nuovi strumenti ci sarà pure il cosiddetto bond-retail, un'emissione a breve scadenza destinata agli investitori individuali, in pratica ai piccoli risparmiatori, che potranno acquistarlo direttamente on line, come si fa con le azioni. L'obiettivo è sempre lo stesso: sostituire le emissioni a lungo termine, i Btp da cinque a trenta anni su cui si sta concentrando il fuoco degli speculatori, con titoli più flessibili che limitino i danni provocati dall'impennata dei rendimenti. Nel 2011 Giulio Tremonti, supportato dall'esperta Maria Cannata, che guida la direzione del debito pubblico del ministero, era riuscito a mettere fieno in cascina nel primo semestre (due terzi della raccolta complessiva), riuscendo così a mantenere il costo medio delle emissioni al 3,6%, malgrado tassi nella seconda parte dell'anno praticamente raddoppiati. Ora, però, verificato che la manovra lacrime e sangue non ha spostato di una virgola lo spread (ieri il differenziale Btp-Bund è volato fino a 520 per chiudere a 508 punti base), il professor Monti si prepara ad invertire la rotta spostando gli equilibri tra Bot e Btp all'interno dei 450 miliardi complessivi che dovranno essere raccolti nel 2012. Molto dipenderà anche dall'esito delle aste di oggi e domani, dove il Tesoro cercherà di piazzare prima 10-11 miliardi di Bot semestrali e Ctz e poi 8,5 miliardi di Btp a tre e dieci anni e Cct. Se i rendimenti, com'è prevedibile, resteranno proibitivi, scatterà il piano mordi e fuggi.    di Sandro Iacometti

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