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La voce: aumentano i pedaggi?

Oggi l'ultimo CdM dell'anno: sulle misure per la crescita solo parole. Ma le tariffe autostradali forse saliranno del 2%

Andrea Tempestini
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Ancora nessuna misura per crescita e sviluppo. Ma è in arrivo un'altra piccola stangata. E non sarà necessario nemmeno il varo da parte del consiglio dei ministri: basterà la firma di Corrado Passera per aumentare i pedaggi autostradali di circa il 2 per cento. La decisione potrebbe essere presa dal ministro (che ieri ha visto Giorgio Napolitano) già nella giornata di oggi. La misura si poteva prevedere, perché spesso, alla fine dell'anno, i governi in carica apportano un ritocco automatico ai pedaggi per elargire un po' di soldi alle società concessionarie. Si tratta di aumenti previsti dalla convenzione tra lo Stato e la società autostrade, che l'esecutivo fa scattare a fine dicembre (l'ultimo aumento di un certo peso era contenuto invece nella manovra estiva del governo Berlusconi del 2010). In questo senso il governo di Mario Monti seguirebbe la linea dei suoi predecessori. Peccato però che, dopo l'approvazione della manovra, il premier ha detto e ridetto che per il momento non verranno varate nuove imposte. D'accordo, ma un aumento del pedaggio autostradale del 2 per cento come lo vogliamo chiamare?  Pedaggi a parte, il Cdm del pomeriggio servirà a Monti solamente a delineare insieme ai suoi ministri il quadro dei prossimi provvedimenti. Il primo punto dell'ordine del giorno, infatti, recita: indicazioni del presidente del Consiglio sul programma di lavoro delle prossime riunioni del consiglio dei ministri. A seguire una serie di provvedimenti di secondo piano. Il premier, dunque, illustrerà le sue linee guida su liberalizzazioni, riforma del lavoro, fisco e spesa, e regole per le imprese. Materie di cui Monti parlerà anche nella conferenza stampa di fine anno prevista per domani. In questo scenario, cruciale si annuncia la riforma degli ammortizzatori sociali e della delega fiscale. Mentre già in cantiere è la riforma del catasto, secondo cui d'ora in avanti le imposte sugli immobili si valuteranno in base ai metri quadri e non più ai vani. Ma nei piani dell'esecutivo c'è anche un piano per il Sud. «Mi è stato confermato che la fase due del governo comprende anche un piano specifico per il Mezzogiorno», ha detto Raffaele Lombardo, ricevuto ieri a Palazzo Chigi da Catricalà. Nel frattempo continua la polemica tra partiti e Palazzo Chigi. Perché se Monti fa sapere che «le forze politiche in privato sono molto meno critiche nei miei confronti rispetto alle dichiarazioni pubbliche», è anche vero che alcuni ministri sono nel mirino dei partiti, specie del Pdl, che li accusa di «fare politica» o di «usare il governo per le loro ambizioni personali». Così ieri è arrivata la difesa di Pier Ferdinando Casini. Che ha definito «surreale il modo in cui la politica si sta comportando con l'esecutivo». Secondo il leader dell'Udc, «molti esponenti politici sembrano pronti a riprendere le vecchie abitudini, non capendo che il pericolo non è ancora scampato».  A fare quadrato intorno al premier c'è anche Futuro e Libertà. «A chi dice che con Monti lo spread non è sceso più di tanto, e rivaluta l'azione di Berlusconi, si dovrebbe rispondere con una risata», sottolinea Benedetto Della Vedova, «perché se ci fosse ancora il Cavaliere, a quest'ora il differenziale con i titoli tedeschi sarebbe già arrivato a 800 punti». di Gianluca Roselli

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