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Doppio lavoro per gli statali: italiani fregati da consulenze

Il rapporto della Finanza: dall'Asl al Fisco, 55 milioni di euro di danni alle casse dello Stato. Un dipendente aveva 62 extra

Giulio Bucchi
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Dirigenti Asl che svolgono attività in privato, con e senza partita Iva. Esperti del fisco che, al di fuori dell'Agenzia delle entrate, svolgono attività di consulenza (ben retribuiti) per aziende e cittadini. Migliaia di lavoratori della Pubblica amministrazione che esercitano altre mansioni, al di fuori del lavoro "ufficiale", senza autorizzazioni. Tutto questo, naturalmente, sottraendo tempo all'orario di lavoro pagato dallo stato. E' lo scandalo del doppio lavoro degli statali, denunciato da un rapporto della Guardia di Finanza: 3.300 i casi già scoperti, di cui scrive Fiorenza Sarzanini sul Corriere della Sera. Un fenomeno trasversale, che coinvolge dunque tutta la scala dei dipendenti pubblici, dai primi gradini agli alti dirigenti. Un fenomeno, soprattutto, dannosissimo per le tasche degli italiani (che perdono in qualità dei servizi) e vantaggiosissimo per i furbi: secondo le Fiamme gialle è di 55 milioni di euro il danno causato allo Stato dai guadagni illeciti registrati negli ultimi tre anni da chi ha doppio incarico. In dodici casi, i compensi extra hanno superato i 100mila euro mentre si arriva al caso limite di un dipendente statale che aveva accomulato 62 consulenze private provocando un danno all'erario di 2,5 milioni.

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