Monti/3 Se anche i professori bocciano il Prof Colleghi universitari: "Un piano senza crescita"
I docenti degli atenei criticano le misure del premier. Mercoledì Consiglio dei ministri, ma non si deciderà niente
Mario Monti prepara la fase due del governo. Ma riceve una sonora bocciatura dai propri colleghi professori. Un gruppo di economisti fa pollice verso alla manovra e incita il premier a impegnarsi di più per la crescita. Gustavo Piga, dell'Università di Tor Vergata, ha scritto una lettera-appello firmata da decine accademici in cui sostiene, come molti altri, che «il raggiungimento del pareggio di bilancio nel 2013 peggiora la recessione, non ci aiuta con i mercati e nemmeno con l'andamento dello spread». Pietro Senaldi su LiberoTv: "Di sobrietà si può morire"Con un'altra lettera, una ventina di docenti dell'Università di Torino chiedono perché «la ricchezza liquida (titoli, depositi e investimenti finanziaria) sia rimasta fuori dalla manovra». Ma anche altri professori economici, che fanno riferimento ai siti Sbilanciamoci e Rivolta il debito, avanzano pesanti critiche nei confronti della linea del governo. Insomma, proprio il mondo economico delle università da dove proviene l'ex presidente della Bocconi sfiducia la manovra e propone ricette alternative. Con critiche che forse al presidente del consiglio bruciano di più rispetto a quelle del mondo politico. Monti, nel frattempo, ha passato Natale e Santo Stefano in famiglia, nella sua abitazione milanese, con un occhio alle carte. La sua intenzione, infatti, è dare il via alla fase due con l'inizio del nuovo anno. Una serie di misure da varare in diverse tranche che conterranno provvedimenti sulle liberalizzazioni, sul mercato del lavoro, sulle infrastrutture e sul fisco. Alcune linee guida ci sono già. E presto il Professore presenterà un piano dettagliato ai leader dei partiti che sostengono il governo. Con l'intenzione di discutere e di accettare suggerimenti migliorativi, così come è accaduto con la manovra. Anche se nella fase due le forze politiche, e quelle sociali, vorranno contare di più. Come ha ribadito nei giorni scorsi Silvio Berlusconi. Ma la stessa cosa è stata detta al premier anche da Pier Luigi Bersani. Oggi il presidente del consiglio torna a Roma (nel pomeriggio incontrerà il leader del Mpa Raffaele Lombardo) dove per domani è previsto l'ultimo consiglio dei ministri dell'anno: a quanto si apprende, il governo non dovrebbe varare misure significative, ma preparare il terreno per la seconda fase, che dovrebbe concludersi in novanta giorni. Tre mesi in cui il Professore dovrà dimostrare di essere in grado di far ripartire il Paese e non solo di saper fare cassa con le imposte. Le prossime settimane, dunque, saranno fondamentali per la vita stessa dell'esecutivo. Se le misure di Monti non dovessero convincere il mondo politico, a quel punto si tornerebbe a parlare di elezioni anticipate. «Dopo il periodo di luna di miele, ora Monti dovrà guadagnarsi il certificato di sopravvivenza per il suo governo», fa notare l'ex ministro della Difesa, Ignazio La Russa. «Basta tasse. Monti punti sullo sviluppo e sulla crescita, supporti veri a famiglie e imprese per un rilancio reale dell'economia», è l'invito di Gianfranco Rotondi. E mentre il Professore si prepara alla conferenza stampa di fine anno di giovedì (sarà alla Galleria Alberto Sordi, interrompendo la tradizione berlusconiana di Villa Madama), nella giornata odierna gli occhi saranno puntati sullo spread (lasciato venerdì al di sopra di quota 500) e sulla vendita di un nuovo pacchetto di titoli di Stato. di Gianluca Roselli