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Mills, finalmente la verità Bugie sul Cav, mi vergogno

L'avvocato inglese scagiona Berlusconi: "Ho ricevuto soldi non da Fininvest ma da Attanasio. Ho mentito per salvarmi dal fisco"

Giulio Bucchi
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It's all fiction!. Quasi uno slogan che richiama alla mente quello dei Looney Toones, i cartoni animati di Bugs Bunny e compagnia (That's all folk!, presente?). «It's all fiction», dicevamo. Che significa «è tutta una fiction, una finzione». E detto della vicenda che coinvolge colui che, anche con le fiction (e però televisive), ha fatto fortuna, suona quasi paradossale. Resta il fatto che questa frase, pronunciata dall'avvocato David Mills durante l'audizione di ieri in Tribunale, riassume il senso dell'udienza. Il processo è quello che vede Berlusconi imputato d'aver corrotto con 600mila dollari lo stesso Mills, affinché quest'ultimo rendesse testimonianze a lui favorevoli riguardo la ragnatela di società off-shore che s'era occupato di creare per conto di Fininvest. Peraltro, nel processo “gemello”, proprio Mills  è stato prosciolto in Cassazione per prescrizione, e però dopo due condanne. Tutto quello che in questo processo riguarda Berlusconi è fiction. E' innocente, non ha nulla a che fare con quei 600mila dollari Il fisco inglese - E dunque, il pm Fabio De Pasquale ha incalzato in aula il legale britannico, collegato in videoconferenza da Londra. Con Mills a ribattere che, in sostanza, quei 600mila dollari rappresentavano un riconoscimento economico da parte di un suo cliente, l'armatore Diego Attanasio. E però Mills l'aveva registrato non come compenso ma come regalo, ragion per cui il fisco inglese - dopo la segnalazione del commercialista dello stesso Mills -  gliene aveva chiesto conto all'inizio del 2004 (le donazioni sono esentasse, i compensi ovviamente no). Il fatto è che Mills, per sviare l'attenzione dei mastini di Sua Maestà - e anche, così dice, per evitare al suo amico Attanasio altri grattacapi oltre a quelli che già aveva con la giustizia italiana - lui ha tirato in ballo  Carlo Bernasconi, colui che manteneva i contatti con Mills per conto di Fininvest. Il quale Bernasconi, essendo morto da due anni, non poteva replicare. Il pubblico ministero naturalmente non gli crede, ritenendo che invece sia il nome di Attanasio una “copertura” per celare il reale corruttore. I ogni caso, dopo che l'erario inglese aveva accertato che non si trattava di donazione bensì di onorario, a Mills ha fatto pagare le tasse su quella cifra. A quel punto l'avvocato ritrattò la versione che tirava in ballo Berlusconi, e che era già stata acquisita dai magistrati di Milano. Questo, in sintesi, il quadro. La domanda al pm - E dunque, mentre l'accusa gli rinfacciava la lettera da cui tutto ebbe inizio - cioè gli appunti girati da Mills al suo commercialista Bob Brennan - ecco che l'inglese alza la voce: «It's all fiction!» sbotta. «Tutto quello che riguarda Berlusconi e Bernasconi è una fiction, un'invenzione. La parte della lettera che riguarda Berlusconi è  inventata, anche se contiene elementi realistici per risultare credibile». In precedenza, Mills aveva aggiunto di «vergognarsi» per aver tirato in ballo Bernasconi, come detto morto due anni prima. Al termine dell'esame da parte del pm, è stato Mills a chiedere di potergli a sua volta rivolgere una domanda. «Irrituale, ma per cortesia viene concesso» decide il presidente della Corte. E Mills: «Il pm non mi ha permesso di rispondere a un'unica domanda che conta, ossia da dove vengono quei 600mila dollari». Il giudice  ribatte che non è possibile «costringere il pm a formulare una domanda come vuole Mills». L'avvocato inglese prosegue: «Desidero sottolineare la totale innocenza del dottor Berlusconi, che non ha assolutamente nulla a che fare con quei 600mila dollari. Mi scuso  per tutti i problemi che gli sono stati causati e spero che alla fine del processo emerga la verità». Fine dell'udienza. Il controesame di Mills da parte degli avvocati difensori comincerà il 16 di gennaio. La prescrizione dovrebbe scattare, sempre secondo i legali dell'ex premier, il 13 febbraio. Berlusconi si è avvicinato al pm De Pasquale, gli ha stretto la mano e augurato buone feste. Mi sento solevato, mi pare che la vicenda possa condisiderarsi conclusa "Emersa la verità" - All'uscita, è stato poi lo stesso Berlusconi a commentare. «Ottima udienza, sono emersi in modo lampante i contorni della vicenda. L'avvocato Mills ha detto in maniera chiarissima di aver inventato menzogne. Mi sento molto sollevato, secondo me questa testimonianza conclude questa vicenda». Gli è stato chiesto se sarebbe disposto a farsi interrogare: «Sono disponibile sia a farmi interrogare, sia a rilasciare una dichiarazione spontanea. Ne parlerò con i miei avvocati». E se dovesse essere condannato? Ci saranno conseguenze sul suo impegno politico? «Assolutamente no». Prima di andarsene, ha fatto gli auguri anche ai giornalisti. «Finirete col volermi bene», ha detto. di Andrea Scaglia

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