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Pisapia scappa a Bangkok: Milano senza luci è orribile

Il primo cittadino si è imbarcato: fuga a migliaia di chilometri dalla città che ha voluto ingrigire proprio sotto le feste

Andrea Tempestini
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Ieri l'altro il volo TG941 della Thai Airways International, partito da Malpensa alle 13.05 e diretto a Bangkok, ha imbarcato due passeggeri che non potevano passare inosservati: Giuliano Pisapia e signora. Il nostro sindaco ha dunque deciso di trascorrere il Natale ai tropici, proprio come in un cinepattone. Poverino, era tanto stanco. Negli ultimi mesi non aveva perso occasione per lamentarsi, anche in pubblico: «Comincio la mattina e finisco la sera in una girandola d'incontri», ha scritto sul suo sito web prima di chiuderlo per troppo stress. Lavorare stanca: a sessant'anni passati non è una scoperta da poco. Quella che per un milanese qualsiasi è soltanto una vacanza – ammesso che possa permettersela – diventa una diserzione per chi indossa la fascia tricolore: le feste comandate sono una trincea da presidiare, con inevitabile corollario d'iniziative benefiche, messe solenni e gesti simbolici. Dal caro leader ci saremmo come minimo aspettati un pranzo natalizio in una mensa della Caritas, con relativo sevizio al Tg regionale. Comprendiamo che sia molto più gratificante sorseggiare un cocktail al bordo d'una piscina, ma le cariche pubbliche, a fronte di tanti privilegi, esigono qualche minimo sacrificio: non è una prova d'eleganza predicare sobrietà e poi, in pieno dicembre, smettere il loden per indossare il costume da bagno in una spiaggia esotica. A Pisapia va però riconosciuta un'attenuante: la Milano natalizia voluta dalla giunta arancione è così deprimente che vien voglia di scappare a gambe levate. Per le vie si respira un'aria triste, da Germania Est, rare e fiacche le luminarie, mercatini deportati in piazze nascoste. L'albero in piazza Duomo, per mancanza di sponsor, l'ha dovuto pagare la fondazione Aem con i soldi delle nostre bollette. Ci sarebbe piaciuto che il biglietto per la Thailandia fosse stato di sola andata, ma il primo cittadino ha deciso di rientrare il giorno 28. Evidentemente non vuol perdersi il concerto di fine anno, cui le esauste casse comunali contribuiscono con 300 mila euro. Il programma è da Festa dell'Unità: don Gallo, Vinicio Capossela e Paolo Rossi, che in campagna elettorale hanno recitato e cantato le lodi di Pisapia, si apprestano al bis. Non dubitiamo che sul palco salirà anche lui, se non altro per esibire alla folla plaudente l'abbronzatura fuori stagione. di Renato Besana

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