Calderoli a Monti: "Dimettiti oppure i pensionati verranno a prenderti sotto casa"
Il leghista in aula: "Quello del Professore è un colpo di Stato". Poi Rosi Mauro: "Decreto salva-Italia? No, ammazza-Padania"
La "vivace protesta" in aula - le parole sono di Roberto Maroni - della Lega Nord contro il governo di Mario Monti si arricchisce di un nuovo episodio. L'ex ministro per la semplificazione, Roberto Calderoli, si è fatto portavoce dell'ostilità del Carroccio nei confronti del decreto contro il quale, già alla Camera, i lumbard hanno eretto le barricate. "Il ragionier Monti non è stato nominato nemmeno da un'assemblea condominiale e la sua manovra è razzista verso il Nord - ha tuonato Calderoli -, perché lo discrimina e lo penalizza. Accetti un consiglio - ha aggiunto -: dia le dimissioni perché in caso contrario ci sarà tanta gente, operai, pensionati, piccoli imprenditori che la verranno a prendere sotto casa". Secondo Calderoli "la manovra non è procedibile perché è figlia di un governo illegittimo, non eletto dai cittadini, nato da una manovra di Palazzo". L'ex ministro non esita a definire quello di Monti "un colpo di Stato". Rosi Mauro: "Decreto ammazza-Padania" - A rincarare la dose, successivamente, è stata la vicepresidente del Senato leghista, Rosi Mauro. "Non ho parole per esprimere il dissenso che provo nel leggere questo provvedimento e non so come definire chi avrà il coraggio di votarlo senza preoccuparsi delle migliaia di famiglie che verseranno lacrime dovendone subire le conseguenze. Vergogna, Vergogna, Vergogna - ha gridato la Mauro -! Questa manovra è iniqua, ingiusta e grava sempre sui soliti noti. Punta a far cassa velocemente, accanendosi con una cattiveria mai vista su chi non può sottrarsi e non si è mai sottratto al fisco. Altro che manovra salva-Italia, la chiamerei piuttosto ammazza-Paese e soprattutto manovra ammazza-Padania! La Padania sarà dissanguata e le nostre famiglie subiranno un colpo durissimo a causa degli interventi previsti. Questo - ha concluso la fedelissima di Umberto Bossi - non possiamo accettarlo".