Cerca
Cerca
+

Camera, casta dei commessi Prendono 9mila euro al mese

A Montecitorio i privilegiati non sono solo i poltici: addetti incassano assegni da sogno. Primo impiego: 2.618 euro

Andrea Tempestini
  • a
  • a
  • a

La casta nella casta: quella dei commessi della Camera. Sono 1.642, esclusi i collaboratori dei parlamentari, e incassano cifre che suscitano rabbia. Sono gli addetti che si muovono tra le stanze di Montecitorio: gli assistenti, i commessi parlamentari che ricoprono un'infinità di mansioni, dall'operatore tecnico al segretario a colui che è incaricato di sedare le risse tra onorevoli. E i segretari, per cominiciare da quest'esempio, vantano un assegno mensile superiore a quello del Presidente della Repubblica. La cifra complessiva per la spesa di Monteciotorio per i commessi è impressionante: per stipendi e pensioni dei 1.642, nel 2010, sono stati sborsati 508 milioni e 225 mila euro, più di mezzo miliardo di euro. Una casta nella casta, questa, quasi tre volte più numerosa rispetto alla cerchia dei politici. 6mila euro al mese - Consultando il bilancio consuntivo 2010 di Montecitorio cresce il disgusto: per gli stipendi del personale - ossia commessi, ascensoristi, consiglieri, stenografi - la spesa è stata di 256 milioni e 128 mila euro. Tradotto, in media, un dipendente incassa 155mila e 985 euro anni, pari a 6mila euro netti al mese. Altro esempio: uno stenografo incassa quasi 260mila eruo l'anno. Altre cifre che faranno rabbia a chi mese dopo mese suda e si spacca la schiena per un migliaio di euro: al primo impiego lo stipendio base è di 2.618 euro netti, che dopo 15 anni di lavoro arrivano a 5.613 e dopo 35 possono arrivare all'impressionante vetta di 9mila e 400 euro. Pensioni da sogno - Fino alla scorsa settimana la casta dei commessi godeva anche di condizioni da sogno per quel che riguardava l'accesso all'eden pensionistico. Certo, godevano un po' meno dei politici, ma fino al 2009 i commessi di Montecitorio potevano andare in pensione anche a 57 anni con 35 anni di contributi. Le nuove norme, che sono state stabilite dall'ufficio di presidenza lo scorso 14 dicembre, hanno alzato l'asticella: anche per questa casta è stata imposta la pensione a 65 anni con metodo contributivo. Una magra, magrissima consolazione.  

Dai blog