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Zazzaroni: Doni, crolla un mito Le chiamate: "Parla Fantozzi?"

Cristiano, beccato in garage, ora faticherà a giustificarsi. Leggi le intercettazioni: al cellulare conversazioni tragicomiche

Andrea Tempestini
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Quando tenti di scappare non appena i carabinieri bussano alla porta di casa tua, lo fai per lo spavento (istinto di protezione) o perché sai di essere terribilmente nei guai? Li stavi per caso aspettando? Quando quei signori in divisa si presentano a meno di una settimana dal Natale per fartelo trascorrere dietro le sbarre, o se proprio ti va bene ai domiciliari, è perché la giustizia ha uno spiccato senso della perfidia e non conosce santi, né feste, né tantomeno eroi della domenica, o più banalmente perché chi indaga da mesi ha finalmente trovato tutte le prove che cercava? Leggi tutti i verbali, le intercettazioni: l'ordinanza completa "Scusi, ma lei è Fantozzi?" Leggi un estratto delle tragicomiche intercettazioni Riflessioni, domande, dubbi e un filo di angoscia, un gusto amaro. Mi tocca scrivere brutte cose di un ragazzo che conosco dall'autunno del '94 - sono dunque passati diciassette anni e mezzo, lui ne aveva ventidue -, un talento che mi ha regalato l'emozione più grande della mia vita di tifoso. Un cross, sì: un cross perfetto in corsa dalla destra per la testa del giocatore più basso presente nell'area di rigore del Chievo, Bresciani. Che rispose all'invito riportando in Serie B il Bologna di Ulivieri e Gazzoni - al gol di Giorgino, che avevo in qualche modo aiutato a passare dalla Reggiana al Bologna con un salto all'indietro di due categorie, urlai come neanche dopo la rete del 2-1 di Roberto Baggio a Boston, l'anno prima. Triste destino, quello di Bresciani e Doni: hanno conosciuto per breve tempo il carcere (misure restrittive, le chiamano), pur se in momenti - e per motivi - diversi. Nella vita (ci) si sbaglia e talvolta chi sbaglia paga. Attendo tuttavia che la giustizia faccia per intero il suo corso per capire se c'era davvero qualcosa di marcio in quel ragazzo così educato, così simpatico, bello e bravo, in grado di avere tutto, che oggi, come sei mesi fa, è tornato in prima pagina per una storia - infinita - di scommesse e truffe di vario genere. La lista dei reati dei quali lo accusano è fin troppo ricca. Leggo ad esempio sul sito della Gazzetta: “Dall'ordinanza firmata dal gip di Cremona Salvini emergerebbe che Cristiano Doni sarebbe un autentico protagonista dell'organizzazione internazionale che gestisce il nuovo calcio scommesse e, in più, che lo stesso Doni avrebbe tenuto ‘un atteggiamento minaccioso con l'obiettivo di far tacere Nicola Santoni perché avrebbe rivelato il sistema delle scommesse'”. I Figli del Sole, poi. Pensavo fossero soltanto gli amici del calciatore famoso che frequentavano lo stesso bagno sulla spiaggia di Cervia e adesso ci spiegano che erano invece una sorta di punto di riferimento per gli scommettitori orientali, gente capace di movimentare 26 milioni di euro su una sola partita di B. “Il capitano dell'Atalanta - scrive infatti Salvini nell'ordinanza -, agendo anche per conto di imprecisati dirigenti della squadra che aspirava alla promozione in serie A, utilizzando il supporto costante di un suo 'gruppo di Cervia' interferiva o cercava di interferire, con interventi anche corruttivi, al fine di procurarsi illegittimamente i proventi delle scommesse, sui risultati di molteplici partite della sua squadra”. Cris, mi rendo conto che visto come butta in queste ore potrà sembrare il problema minore, ma non lo è: alla gente che per amicizia, riconoscenza, spirito di corpo o di curva, e passione ti ha creduto fino all'ultimo giorno e si è esposta per difenderti spesso maltrattando i cronisti che riportavano notizie poco simpatiche su di te e la squadra, che racconterai domani? Quanto vorrei che Salvini si sbagliasse. Anche per quel cross così pulito della primavera '95. di Ivan Zazzaroni

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