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Cav: Marina in politica? Faccia pure, la diseredo

Berlusconi chiude le porte del Palazzo alla figlia: La tolgo dalla lista ereditaria. Poi su Mills: Non ricordo nessun incontro con l'avvocato

Andrea Tempestini
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Silvio Berlusconi chiude le porte della politica alla figlia Marina: "Se si candidasse non avrei nulla da dire...ma la toglierei dalla successione". Così il Cavaliere ai giornalisti al termine del processo milanese sul caso dell'avvocato David Mills: insomma, niente eredità se Marina entrasse in politica. Per quel che riguarda l'avvocato inglese, l'ex premier ha detto di "non ricordare" di averlo mai incontrato di persona, salvo ricostruire la possibilità di un incontro fortuito e di pochi minuti mentre Mills si trovava a colloquio proprio con la figlia Marina. "Mills - ha continuato - afferma di avermi incontrato nel luglio del 1995, ma io non ricordo assolutamente questo incontro. Poi l'avvocato Ghedini mi ha ricordato di un incontro che deve esserci stato tra Mills e mia figlia, nel corso del quale passando io per la camera è probabile che mi sia fermato due o tre minuti a parlare, ma esclusivamente di un trust e senza nessuna rilevanza con i fatti". Berlusconi ha detto di non aver riconosciuto l'avvocato Mills in nessuna circostanza: "Non l'ho mai riconosciuto dalle fotografie, e oggi non si è proprio visto". Su Don Verzè - Terminata l'udienza, il Cavaliere ha speso anche delle parole d'elogio per il fondatore del San Raffaele, Don Verzè, che ha annunciato le sue dimissioni dal Consiglio di amministrazione del gruppo. Berlusconi lo definisce "una persona rara, un grande imprenditore e un uomo di fede". Il Cav ha poi aggiunto di non credere "che sia implicato in questi fatti". L'ex premier non fa mistero di essere stato a conoscenza delle difficoltà finanziarie dell'ospedale: "Che ci fossero dei passivi si sapeva", ha sottolineato per poi ribadire che il San Raffaele "è un'importante istituzione che fa molto bene ai milanesi".    

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