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Silvio: Arriva un'altra manovra

Il Cav come Tremonti: "Non è da escludere un nuovo intervento". Tensione sui titoli di stato e recessione: il governo cerca 10 miliardi

Giulio Bucchi
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Il governo è alla disperata ricerca di soldi. Lo sanno tutti, anche se Monti e Passera smentiscono con una punta di sdegno. E' per questo che l'ombra di una manovra aggiuntiva, una "stangata di primavera" è sempre più incombente. Lo ha detto ieri l'ex ministro dell'Economia Giulio Tremonti ("Non è giusto, ma si farà", ha rivelato a In mezz'ora su Raitre), lo ha ribadito Silvio Berlusconi oggi. L'ex premier, a Milano per l'udienza del processo Mills, è stato laconico: "Forse servirà un'altra manovra, non è da escludere". Solite resistenze - Poche parole, perché non ne servono di più. "Tutte le manovre economiche hanno questo difetto, inducono alla recessione". Troppe tasse, poca crescita e consumi frustrati. Berlusconi lancia l'allarme proprio come fatto su Libero da Franco Bechis, che ricordava come si fosse preferito tacere dei dati negativi sul Pil per il 2011 per non allarmare la popolazione. Ma a destare sospetti di altre mani nelle tasche degli italiani c'è la questione titoli di stato. Lo spread continua a salire, viaggiando pericolosamente intorno a quota 500 con rendimenti al 7 per cento. Numeri che tradotti in soldoni significano miliardi che l'Erario deve trovare per ripagare il debito nei prossimi mesi, se la tempesta europea (come sembra) non si placherà. Il governo ha messo in cantiere riforme strutturale importanti come liberalizzazioni e riforma del mercato del lavoro: tagliare i privilegi di molte categorie e dare respiro ad aziende e giovani lavoratori significherebbe racimolare 10 miliardi di euro. Ma saranno da vincere le resistenze di corporazioni e ordini da una parte e sindacati dall'altro. E se finirà come nelle ultime settimane, a pagare tra qualche mese potrebbero essere tutti gli italiani.

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