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Severino: dopo il decreto, carceri ristrutturate. Poi l'amnistia...

L'europarlamento invoca "misure urgenti per salvaguardare i diritti umani". Il ministro accelera. Domenica il Papa a Rebibbia

Giulio Bucchi
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Anche l'Europa spinge per l'amnistia. Il decreto svuota-carceri messo a punto dal ministro della Giustizia Paola Severino e approvato venerdì dal Cdm non basta: il Parlamento europeo ha chiesto agli Stati membri di adottare "misure urgenti per garantire la tutela dei diritti fondamentali dell'uomo". Per l'Italia, seconda nel Vecchio continente per affollamento penitenziario (dietro Cipro), tutto ciò si tradurrebbe inevitabilmente in un "liberi tutti". Tra l'altro domani, domenica 18 dicembre, Papa Benedetto XVI sarà in visita al carcere romano di Rebibbia, "una coincidenza davvero felicissima", come ha sottolineato il ministro Severino ai microfoni di Radio Vaticana. "Il fatto che le più alte istituzioni dello Stato e quelle religiose si occupino così intensamente del tema mi sembra un segnale di grandissima importanza. Naturalmente - ha proseguito il Guardasigilli - quando parlo dei vertici non parlo di me ma parlo del presidente della Repubblica, parlo di Sua Santità". Il decreto svuota-carceri prevede i domiciliari per gli ultimi 18 mesi di pena in alcuni casi specifici, ma la Severino mira a una "riforma del sistema". Non solo, dunque, misure tampone: "Oggi vi sono delle disponibilità economiche che ci consentono di affrontare il problema della ristrutturazione di alcune carceri, ci sono alcune misure che prevedono l'alleggerimento del numero delle persone detenute in carcere". Quanto ai provvedimenti adottati, Severino ha aggiunto: "La mia speranza è semplicemente che aiutino a dare una prospettiva, ad indicare che il governo, la vita politica di questo Paese, i cittadini che stanno fuori dal carcere hanno comunque a cuore la sorte dei carcerati". "Io credo - ha concluso - che ogni suicidio che avvenga in carcere sia il fallimento di tutto il sistema giudiziario e carcerario e che tutti lo debbano soffrire come tale".  

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