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La ricetta del ministro: "Case e stabilità ai rom e ai sinti"

Riccardi per combattere il razzismo suggerisce la stabilizzazione di quello che definisce "un popolo giovane"

Andrea Tempestini
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La ricetta del ministro Andrea Riccardi? "Case e satbilità ai rom". Il titolare del dicastero della Cooperazione internazionale e l'integrazione spiega, intervistato da La Stampa, che i morti di Firenze e il raid di Torino "sono un campanello d'allarme. Non possiamo liquidare questi avvenimenti a fatti passeggeri. Sono un rischio per l'integrazione e la tenuta del nostro Paese". E così, per favorire l'integrazione, suggerisce "nuove forme di accoglienza, garantendo almeno i requisiti ingentico-sanitari fondamentali". Quindi Ricciardi entra nel dettaglio del suo progetto: "Credo che si debba lavorare alla stabilizzazione di rome e sinti nelle acse, perché la vita in una casa favorisce l'integrazione e il superamento della provvisorietà. Sono un popolo giovane - chiosa -. Investiamo sui loro figli, sulla scolarizzazione. Sulla cittadinanza - La ricetta di Riccardi deriva dal fatto che i grandi campi nomadi "sono strutture fatiscenti, in cui vivono anche donne e bambini, non sono più sostenibili per ragioni di accoglienza e di sicurezza. L'Italia - spiega - è un Paese vicile, deve superarle, anche se non è semplice". Poi il ministro spiega anche la sua posizione sulla cittadinanza agli immigrati, un tema su cui anche il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, si è detto favorevole: "E' lì che si manifesta la debolezza del nostro sistema - spiega Riccardi -. I bambini nati in Italia da genitori stranieri che vivono qui da anni che cosa sono se non italiani? Possiamo non conisderarli tali quando parlano un italiano a volte migliore di certi coetanei?".  

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