I politici si tagliano i privilegi Amato ci ridia 9.363 € al mese
L'alibi non c'è più: gli onorevoli possono decidere per legge di rifiutare la pensione. Stiamo a vedere cosa succede...
Dialogo virtualetra un pensionando incazzato e un deputato in carriera. Il pensionando: "Grazie eh, io l'ho votata e lei mi fa restare in pensione altri tre anni. Se tutto va bene guadagnerò poco più di mille euro al mese dopo una vita di sacrifici". Il deputato: "Guardi la capisco, ma sa l'Europa, la Merkel, gli spread, siamo stati costretti…". Il pensionando: "Beh allora dateci almeno il buon esempio...". Il deputato: "Ehh, guardi la capisco, lei ha ragione, ma anche volendo non possiamo tagliarci la pensione. La legge non lo consente". Il pensionando: "Ma va…". Bene, da oggi questo siparietto non potrà più ripetersi. Sono bastati pochi minuti (ma perché non l'hanno fatto prima?), il tempo di modificareun regolamento interno della Camera (a proposito: e al Senato cosa succede?), e l'alibi è scomparso: dal 2012 ciascun rappresentante di Montecitorio sarà libero di rinunciare al proprio vitalizio. E a questo punto la domanda la facciamo noi. Non a tutti, per non scadere nel populismo, maagli onorevoli chepercepiscono due pensioni sì: adesso perché non rinunciate al vitalizio? La lista è lunga, basta spulciare «Sanguisughe», il libro di Mario Giordano, per rendersene conto: si parte da RomanoProdi e si arriva fino ad Armando Cossutta e Luciano Violante. Ne daremo conto nei prossimi giorni. Ma come non iniziare da Giuliano Amato? Il dottor Sottile che a ogni abbozzo di crisi è pronto a chiedere sacrifici agli italiani porta a casa 31 mila euro lordi previdenziali al mese. Ai 9 mila 363 euro, che gli spettano per lesue annose fatiche da parlamentare, si somma, infatti, la pensione Inpdap da professore universitario, altri 22 mila 048 euro (12 mila 518 netti). Sì avete letto bene: ventiduemila euro come professore universitario. E certo, perché il prof ha effettuato il ricongiungimento con i compensi da presidente dell'Antitrust. Si può? Comeno. Proprio con Amato ai vertici (1994-1997) l'authority si pose il problema dello status degli assegni con iquali remunerava i propri membri. Sono stipendi (e quindi ci spettano i contributi) o semplici indennità? Manco a dirlo, il Consiglio di Stato optò per la prima ipotesi. Da qui il cortese invito: caro dottor Sottile, anziché farci la mo- rale, potrebbe confermarela bontà del soprannome che le ha dato anni fa Eugenio Scalfari e rinunciare al vitalizio da parlamentare? di Tobia de Stefano