Merkel e Sarkozy all'angolo, Berlusconi: "Sto con Cameron"
Crollano le stime di crescita per Germania e Francia, le eurolocomotive. Il Cav: "La Gran Bretagna ha fatto bene a non firmare"
Angela Merkel è preoccupata dalla crescita della Germania, Nicolas Sarkozy è sicuro che le agenzie di rating toglieranno la tripla A alla Francia. Due indizi non fanno una prova, ma forse il premier inglese David Cameron non ha avuto tutti i torti a non sottostare ai diktat delle due "locomotive" dell'Eurozona. Locomotive che arrancano. Un po' meno dei partner, ma arrancano. E Silvio Berlusconi, un po' a sorpresa, infierisce: "Ho sempre avuto ottimi rapporti con tutti, comprei Merkel Sarkozy - esordisce il Cav intervenuto a Roma alla presentazione del libro di Bruno Vespa - ma credo che Cameron abbia fatto bene". La decisione del governo della Gran Bretagna di non firmare il patto fiscale tra i paesi Ue sui vincoli di bilancio. Strategia, questa, che per Berlusconi potrebbe portare a "una politica recessiva", non a caso "io ho sempre posto il veto". Di seguito l'articolo di Antonio Spampinato Nicolas Sarkozy ne è certo: «Perderemo la tripla A». Il presidente francesce lo avrebbe anticipato, secondo il settimanale satirico Le Canard Enchainè, sempre molto ben informato sui retroscena dell'Eliseo, parlando ai suoi fedelissimi. Anche lui, come gran parte degli osservatori, ritiene che il declassamento del rating della Francia sia "inevitabile ed arriverà rapidamente", come per altri Paesi europei classificati AAA, come la Germania, scrive ancora il Canard Enchainè. Ma il grande timore del presidente, aggiunge il giornale, è che la Francia si distingua dagli altri partner vedendo "il suo rating ridotto di due livelli invece che uno". Cosa aspetta Angela Merkel a dire al mondo la verità sulla locomotiva tedesca? Il suo governo continua a presentare alla comunità internazionale dati fasulli sulla crescita della Germania, base di calcolo per i parametri europei. Mentre la cancelliera si ostina a sostenere che nel 2012 il Prodotto interno lordo crescerà dell'1%, qualche giorno fa la Bundesbank, la Banca centrale nazionale, ha più che dimezzato le sue stime, passando dall'1,8 allo 0,6%. Ieri poi l'istituto tedesco di ricerca economica Ifo ha rivisto radicalmente al ribasso le sue previsioni: l'anno prossimo il Pil tedesco aumenterà solo dello 0,4% contro il +2,3% precedentemente ipotizzato. Giorno dopo giorno tutti i nodi del suo governo stanno venendo al pettine. Dopo le ultime dichiarazioni della Merkel sull'indisponibilità tedesca ad aumentare la dotazione del fondo salva-Stati europeo, ci si aspettava che applicasse lo stesso rigore anche in casa. Invece no: di ieri la notizia che l'esecutivo da lei presieduto ha approvato la riattivazione, a un anno dalla chiusura, del fondo salva-banche Soffin. Nel 2012 la seconda versione del Soffin servirà a sostenere le banche, in caso di difficoltà, nel processo di ricapitalizzazione del capitale primario (Core Tier 1) entro la metà dell'anno. Come il suo predecessore, dovrebbe essere dotato di un fondo effettivo da 80 miliardi di euro e poter fornire garanzie fino a 400 miliardi di euro. La legge che riattiva il Soffin dispone anche più poteri per l'Autorità tedesca di vigilanza finanziaria, il Bafin, che potrà intervenire per chiedere informazioni dettagliate sui bilanci e i progetti di ricapitalizzazione e, eventualmente, richiedere una percentuale di capitale primario più alta. Con il via libera del Bafin le banche potranno inoltre separare i bond di Paesi deboli in cosiddette bad bank. L'autorità finanziaria tedesca potrà infine anche disporre l'invio di un “incaricato speciale” negli istituti deboli per controllare da vicino i bilanci. In ogni caso si tratta di importante aiuto di Stato alle banche tedesche, soffocate dai titoli greci detenuti in portafoglio. Mentre sull'Europa la Merkel preferisce predicare, in casa agisce.