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La casta si riforma le pensioni Noi a 70 anni, loro invece a 60

Da gennaio contributivo per gli onorevoli. Assegno scatta da 60 anni, 65 per chi ha alle spalle una legislatura soltanto

Andrea Tempestini
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Anche per i parlamentari arriva una stretta sulle pensioni, certo non paragonabile a quella imposta ai 'comuni mortali'. L'ufficio di presidenza della Camera ha dato il via libera per il passaggio al sistema contributivo, che sarà applicato per intero ai nuovi eletti e pro rata per gli altri a partire dal prossimo primo gennaio. L'età pensionabile passa da 50 a 60 anni per chi è stato parlamentare per più di una legislatura e a 65 anni per chi ha alle spalle una sola legislatura. Inoltre è stata accolta una proposta del presidente del Partito Democratico, Rosy Bindi: nel regolamento è stata inserita una clausola che prevede la possibilità per ogni deputato di concordare un trattamento pensionistico "meno favorevole" per se stesso. Personale della Camera - Cambiamenti anche per i dipendenti: per il personale della Camera si applicherà "il sistema previdenziale previsto per la generalità dei lavoratori della manovra" del governo tecnico di Mario Monti. La decisione è stata deliberata dall'Ufficio di presidenza di Montecitorio. Così ai dipendenti verrà applicato il contributivo pro rata, e l'età della pensione sarà alzata a 66 anni. Il 'no' di Lega e Idv - Di traverso al provvedimento si sono messi Lega Nord e Italia dei Valori, che hanno votato "no" sostenendo che fosse possibile fare di più. Secondo Silvana Mura, dell'Idv, "la proposta approvata è insufficiente. Avevamo chiesto di togliere la data del prossimo 31 dicembre perché sosteniamo che il vitalizio non è una pensione, quindi non è un diritto acquisito e si può modificare". Secondo la Bindi, al contrario, "si tratta di una riforma giusta ed equa" e "chi non è d'accordo può stabilire per se stesso regole differenti". Retribuzioni dei deputati - Tra le novità in vista, anche un intervento sulle retribuzioni dei deputati. Il presidente della Camera, Gianfranco Fini, ha annunciato che entro il 30 gennaio "sarà convocato un altro ufficio di presidenza per deliberare sulle nuove forme retributive per i deputati e su tutte le altre voci di spesa relative ai servizi ad essi fino a oggi garantiti", quali il rimborso dei collaboratori.  

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