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Per la strage razzista di Firenze Il Senegal processa l'Italia

Città in lutto, cordoglio del sindaco e lettera di CasaPound all'ambasciatore del Senegal. Ma la comunità è "indignata"

Costanza Signorelli
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Una giornata di lutto cittadino. Firenze ha pianto le vittime della strage di martedì 13 dicembre. Tutti i dipendenti comunali si sono riuniti alle 12 nel cortile della Dogana di Palazzo Vecchio per un minuto di silenzio. Poi le parole del sindaco Matteo Renzi: "Non siamo una città razzista ma colpita al cuore dal razzismo. Chiedo a tutti i dipendenti comunali di tornare a lavoro con lo spirito di sempre, perché noi siamo Firenze". Non solo. Nel pomeriggio è arrivata anche la lettera del responsabile di CasaPound: "È con dolore, cordoglio e sgomento - scrive Di Giulio - che ho accolto la notizia del folle gesto di Gianluca Casseri. Un'azione disperata, da squilibrato (...) questo gesto tocca me, la mia comunità in modo particolarmente vivo e doloroso". Guarda il video su LiberoTv: Fuoco tra la polizia e il killer di Firenze Il Senegal è indignato - Molti i gesti di solidarietà, grande il senso di rispetto che la città di Firenze ha mostrato alla comunità senegalese, nei confronti di un gesto che non aveva alcuna giutificazione se non lo squilibrio di un uomo folle. Ma per la comunità senegalese tutto questo non basta. I senegalesi non hanno intenzione di dimenticare. Il governo del Paese africano si è detto "indignato per l'uccisione" dei due immigrati senegalesi. "Il governo del Senegal esprime la sua indignazione in seguito all'omicidio dei nostri due compatrioti in Italia", sottolinea nel comunicato il portavoce del governo e ministro della Comunicazione, Mustapha Guirassy. Lo stesso ministro tiene a precisare che "sarà fatto ogni sforzo per fare luce sulla vicenda e per prendere le misure necessarie", senza però precisare il tipo di misure.  

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