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La mafia chiedeva il pizzo alla fiction "Squadra antimafia"

Ventotto arresti a Palermo. Una pentita rivela: il capomafia si era accaparrato la gestione di alcuni servizi per il telefilm

Costanza Signorelli
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Vasta operazione antimafia dei carabinieri del comando provinciale di Palermo che dalle prime ore dell'alba hanno eseguito 28 arresti nei confronti di altrettanti appartenenti a 'Cosa Nostra'. Per 22 indagati la Dda ha emesso provvedimenti di fermo per associazione per delinquere di tipo mafioso finalizzata alle estorsioni, al traffico di stupefacenti ed alle rapine e per altri 6 soggetti, già detenuti, una ordinanza di custodia cautelare in carcere. I destinatari dei provvedimenti sono vertici ed affiliati a 'Cosa Nostra' dei mandamenti mafiosi palermitani di 'Porta nuova' e 'Bagheria'. La fiction Secondo quanto scrive Repubblica.it Palermo una pentita ha rileato che  i nuovi padrini di Cosa nostra avrebbero imposto il pizzo anche alla produzione di "Squadra antimafia", la serie di Canale 5. Il capomafia, quello vero, Calogero Lo Presti, era riuscito ad accaparrarsi la gestione di alcuni servizi per la fiction: dalla fornitura dei pasti ai trasferimenti della troupe. Così, ai suoi picciotti diceva soddisfatto: "Questa è una fiction che dura cinque anni, se il signore ci lascia qua con i vivi, quale minchia di problema abbiamo". Ma questa notte, Lo Presti è stato arrestato dai carabinieri del Reparto Operativo. Le manette sono scattate anche per altri 22 esponenti del clan di Porta Nuova, per altre 6 persone i provvedimenti sono stati notificati in carcere. guarda le foto della fiction nella GalleryOperazione "pedro" - L'indagine ha ricostruito l' organigramma dei due mandamenti e le sue ramificazioni: sono emersi i rapporti tra i mafiosi di Porta Nuova e le 'famiglie' palermitane di Pagliarelli, Santa Maria di Gesù, Brancaccio, Noce, Boccadifalco e Tommaso Natale e di Misilmeri e Bagheria. Dalle investigazioni è emersa una particolare aggressività nell' imposizione del pizzo a numerosi imprenditori e commercianti del capoluogo e l'attitudine a reinvestire i proventi illeciti nel settore del narcotraffico di cocaina, acquisendo all'ingrosso ingenti quantitativi di sostanza stupefacente da immettere sul mercato siciliano attraverso una propria rete di spacciatori capillare. Tra i destinatari del provvedimento figurano gli attuali capi sia del mandamento di 'Porta Nuova' che del mandamento mafioso di 'Bagheria'."

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