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SuperMario perde popolarità. E i partiti pensano al voto...

In una settimana i sondaggi registrano un calo di popolarità del 4%, Casini, Berlusconi e Bersani si preparano alle urne

Lucia Esposito
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La fiducia incondizionata verso il Professore è durata un mese. Alla prova dei fatti, o meglio dei sacrifici, gli italiani hanno iniziato a voltargli le spalle. A certificarlo è un sondaggio dell'istituto Ipr Marketing per La Repubblica (giornale non certo avverso al presidente del Consiglio) secondo il quale negli ultimi giorni Mario Monti ha perso il 4 per cento dei consensi passando dal 62 per cento al 58. Dalla luna di miele al fiele E dire che il primo mese da premier, per Monti era stato tutto una lunga luna di miele, forse anche grazie all'instancabile sostegno degli organi di stampa e delle loro caramellose cronache. Il 13 dicembre, giorno in cui entrò al Quirinale per il ricevere l'incarico da Napolitano, la fiducia degli italiani per SuperMario era al 50 per cento; tre giorni dopo, al momento della formazione del governo, era già salita di cinque punti al 55 per cento e, dopo una settimana, aveva fatto un altro balzo di cinque punti toccando quota 60, fino alla punta massima del 62 per cento fatto registrare all'inizio di dicembre. Poi, appunto, è arrivata la manovra con le misure “salva Italia” e la musica è cambiata: meno 4 per cento in una settimana. E questo, nonostante un buon 30 per cento degli intervistati addebiti i sacrifici alla crisi internazionale e solo il 26 per cento la metta in conto direttamente a Monti. Di questo passo, ancora qualche tempo per assaporare i benefici della cura bocconiana, e i fan del Professore diventeranno una specie protetta. Prospettive e scenari - Sono stati giorni molto tesi nei rapporti tra governo tecnico e parlamento (soprattutto per quanto riguarda la questione dei tagli dei costi delle politica). Come scrive Marcello Sorgi sulla Stampa Casini, Berlusconi e Bersani, ciascuno con i propri collaboratori, non fanno mistero di non essere convinti che Monti possa o debba arrivare necessariamente alla scadenza deel 2013. Sarà decisiva la pronuncia della Corte Costituzionale sui referendum a gennaio: i partiti sarebbero pronti a provocare lo scioglimento anticipato delle Camere per pportare gli elettori alle urne prima che del pagamento della prima rata Ici  

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