Stangata sui conti correnti Imprese pagano 100 euro
Tutti gli emendamenti alla manovra: sale al 2% tassa sui beni scudati, spuntano le imposte sulle case e sulle attività finanziarie all'estero
Dopo i dubbi espressi dal governo tecnico sulla tassazione dei beni scudati - avevano spiegato che il balzello è di difficile applicazione - non arriva lo stralcio della norma, ma la tassa viene maggiorata. Nel corso delle tesissime trattative tra esecutivo e partiti politici nelle Commissioni Bilancio e Finanze si è propeso per un innalzamento dell'aliquota sulla tassazione dei capitali scudati dall'1,5% al 2 per cento. Per i beni liquidi fatti rientrare in italia tramite lo scudo arriva un'imposta di bollo speciale annuale al 4 per mille. Per il 2012 e il 2013 l'aliquota sarà del 10 per mille. E' quanto prevede un emendamento alla manovra firmato dal governo. Monti molla qualcosa sulla rivalutazione delle pensioni e sull'Imu sulla prima casa, ma tra le misure necessarie a coprire i saldi deve così ricorrere a un rincaro del balzello sui capitali scudati.Stangata sui conti correnti - Non solo scudo fiscale, perché arriva anche una stangata sui conti correnti. L'articolo 19 della manovra prevede dal prossimo anno una tassa di 34,20 euro, per gli estratti conto annuali dei conto correnti bancari, postali e dei libretti di risparmio. Il bollo, ha precisato il Tesoro, per le persone fisiche è in vigore da anni. "La novità - ha spiegato in serata sottosegretario al Tesoro, Vieri Ceriani- è che viene eliminato questo bollo sui conti correnti e sui libretti fino a 5 mila euro". Il sottosegretario spiega le ragioni della misura: "Se facciamo la lotta al contante e chiediamo alle banche di non far pagare ai piccoli correntisti certe spese, allora dobbiamo togliere anche questo bollo. È uno sgravio a favore delle persone che verrà compensato dall'aumento del bollo fino a 100 euro per i conti correnti delle imprese e delle persone giuridiche". Eccola qui, la novità: Per le imprese arriva un maxi bollo fino a 100 euro: una mini-stangatina. Attività finanziarie estere - Tra le novità, a paritre dal 2011, è istituita un'imposta sulle attività finanziarie detenute all'estero da persone fisiche residenti in Italia: lo si legge nella relazione tecnica sugli emendamenti della manovra. L'imposta è dello 0,1 per cento annuo del valore delle attività finanziarie per il biennio 2011-2012 e dello 0,15% a partire dal 2013. Dall'imposta si deduce, fino a concorrenza del suo ammontare, un credito d'imposta pari all'ammontare dell'eventuale imposta patrimoniale versato nello Stato in cui sono detenuti i prodotti e gli strumenti finanziari. Il gettito di cassa previsto, sulla stima di 13,4 miliardi di euro di attività all'estero e con una riduzione prudenziale di un-terzo, è di 8,9 milioni di euro per il 2011 e il 2012 e 13,4 milioni di euro dal 2013. Immobili all'estero - Arriva anche la tassa dello 0,76% per gli immobili detenuti all'estero. Con la proposta di modifica, a partire dal 2011, “viene istituita un'imposta sul valore degli immobili situati all'estero, a qualsiasi uso destinati, delle persone fisiche residenti nel territorio dello Stato". L'imposta, si spiega, “è dovuta proporzionalmente alla quota di possesso e ai mesi dell'anno nei quali si è protratto il possesso”. La tassa dello 0,76% sul valore degli immobili "è costituito dal costo risultante dall'atto di acquisto o dai contratti e, in mancanza, secondo il valore di mercato rilevabile nel luogo in cui è computato l'immobile”. La misura dovrebbe dare un gettito stimato dalla Ragioneria dello Stato di 98,4 milioni di euro per anno nel triennio 2012-2014. La stima è stata fatta su un valore di immobili all'estero, desunto dalle dichiarazioni dei redditi del 2011, di 14,4 miliardi di eruo. E' stata poi prevista una riduzione dell'1-3 miliardi per tenere conto dei crediti per imposte versate nello Stato in cui si trova l'immobile. Tetto agli stipendi pubblici - Nella manovra arriva anche un tetto al trattamento economico dei manager pubblici. Si stabilisce come paramentro massimo lo stipendio del primo presidente della Corte di Cassazione, e nell'applicazione della norma si tiene conto di tutte le somme cumulate da uno stesso soggetto, se provenienti da uno stesso organismo o da più enti, o se frutto di più incarichi nel corso dell'anno. Si stabilisce inoltre che i magistrati ordinari, amministrativi, militari e contabili, nonchè gli avvocati e i procuratori dello Stato che sono chiamati, conservando il trattamento economico riconosciuto dall'amministrazione di appartenenza, all'esercizio delle funzioni direttive, dirigenziali o equiparate, anche se fuori ruolo e in aspettativa, presso ministeri o enti pubblici nazionali, comprese le autorità indipendenti, "non possono ricevere a titolo di retribuzione o di indennità per l'incarico ricoperto, o anche soltanto per il rimborso delle spese, più del 25 per cento dell'ammontare complessivo del trattamento economico percepito". Le risorse così ricavate sono "annualmente versate al fondo per l'ammortamento dei titoli di stato".