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Fini Gianfranco adesso fa ridere anche i polli "Dimissioni? Scherzavo. E' cambiato tutto"

"Dissi che mi sarei dimesso quando la avrebbe fatto il Cav, ma Silvio ha perso la sua solida maggioranza". Caro Gianfranco, ma cosa dici?

Nicoletta Orlandi Posti
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Ogni promessa è un debito. Ma non per Gianfranco Fini. Aveva detto che si sarebbe dimesso dalla carica di presidente della Camera non appena Silvio Berlusconi avesse lasciato Palazzo Chigi, ma non l'hai mai fatto (non può nemmeno dire di essersene dimenticato, perché Libero gli aveva ricordato le sue promesse). Perché non ha fatto un passo indietro l'ha spiegato oggi, martedì 13 dicembre. Non a un deputato, non a un senatore, ma ad uno studente del corso di Filosofia Politica della Luiss che martedì mattina ha ospitato la terza carica dello Stato. "Lei aveva promesso che si sarebbe dimesso quando Silvio Berlusconi avrebbe lasciato il governo. Come mai Berlusconi si è dimesso e lei no?", ha chiesto lo studente. Fini, che non è nuovo al confronto nelle università, non si scompone. Anzi sorride e ribatte: "Io ho detto che mi sarei dimesso quando lo avrebbe fatto Berlusconi. Ma le dimissioni di Berlusconi sono arrivate dopo la constatazione del venire meno della solida maggioranza di cui disponeva". E' passato quasi un anno da quel 24 febbraio 2010, ma sembrano secoli: del resto adesso c'è la crisi e lui non si dimette. Verso le urne - Non solo Gianfanco si esibisce in improbabili balletti, tra promesse e retromarcie, di fronte ai giovani studenti, ma cerca anche di indottrinarli: "Il governo arriverà a fine legislatura perchè Monti ha spiegato che la sua partita si gioca in due tempi: il primo, quello del rigore, dei sacrifici, dei tagli e delle tasse; c'è poi il secondo tempo dedicato alla crescita e alla ripresa che inizierà nei prossimi mesi. Non riesco ad immaginare - ha aggiunto la terza carica dello Stato - come nel momento in cui ci si può giocare questo secondo tempo arriva qualcuno che si alza e dice: ora si va a votare. Se qualcuno - ha proseguito, riferendosi in particolare a Pd e Pdl - dovesse dire, tra qualche mese, che bisogna andare a votare penso che pagherebbe un costo altissimo nel momento in cui gli italiani fossero davvero chiamati anticipatamente alle urne". Le ambizioni di Gianfranco - Il presidente della Camera si è detto, invece, più interessato "allo scenario politico che ci sarà quando questa legislatura sarà conclusa. L'orologio si è già messo in movimento: i rapporti tra Pdl e Lega saranno gli stessi che abbiamo conosciuto? Qualcuno dirà di sì, io invece avrei qualche dubbio. E anche tra Pd e Idv sarà tutto uguale come nella foto di Vasto?". Anche in questo caso Fini si è mostrato dubbioso concludendo con un riferimento al terzo polo: "Sarà solo un'intesa tra i tre principali soggetti o avrà una dimensione più ambiziosa? In ogni caso, è chiaro che a seconda della legge elettorale con cui si voterà si potranno favorire o sfavorire i diversi sviluppi possibili".

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