Cerca
Cerca
+

Rai, Minzolini silurato dal Cda Lui non ci sta e fa ricorso

Licenziato il direttorissimo: al voto per rimuoverlo è pari, vince così la linea di Garimberti il cui voto vale doppio. Maccari direttore del Tg1

Andrea Tempestini
  • a
  • a
  • a

Dopo l'accerchiamento il colpo di grazia: Augusto Minzolini non è più il direttore del Tg1: il Cda di Viale Mazzini, su proposta del direttore generale Lorenza Lei, lo ha rimosso dall'incarico. A favore della rimozione del 'direttorissimo' hanno votato quattro consiglieri, quattro i voti contrari e un'astensione: la proposta di trasferimento è però passata perché in caso di parità il voto del presidente Rai, Paolo Garimberti, vale doppio (già nei giorni scorsi Garimberti aveva fatto capire senza indugi che avrebbe votato a favore dell'abbattimento del Minzo). A favore del trasferimento, oltre a Garimberti, hanno votato Nino Rizzo Nervo, Giorgio Van Straten e Alessio Gorla; contro il provvedimento si sono espressi Antonio Verro, Giovanna Bianchi Clerici, Angelo Maria Petroni e Guglielmo Rositani. Il consigliere Rodolfo De Laurentiis, invece, è uscito dalla stanza al momento del voto. Fino al prossimo 31 gennaio, il direttore ad interim del Tg1 sarà, come da previsione, Alberto Maccari. La delibera su Maccari è stata votata separatamente rispetto a quella che dispone il trasferimento di Minzolini ad altro incarico, ed ha visto una maggioranza diversa e leggermente più ampia: a favore della promozione temporanea di Maccari hanno votato Verro, Rositani, Bianchi Clerici, Gorla e il presidente Garimberti. Parere contrario, invece, di Rizzo Nervo, De Laurentiis e di Angelo Petroni; asteunto infine Van Straten. Il Minzo verso l'estero - Ora toccherà al direttore generale della Rai, Lorenza Lei, proporre a Minzolini un nuovo incarico di peso equivalente a quello da cui è stato rimosso. Con ogni probabilità al Minzo sarà proposta un ruolo in una redazione estera, in un ufficio di corrispondenza di primissimo piano: in particolare, come possibile destinazione, si indica la sede di corrispondenza di New York. L'ormai ex direttore del Tg1, però, potrebbe ricorrere al magistrato del lavoro per ottenere il reintegro qualora ritenesse inadeguato il nuovo incarico. Infatti, all'interno del Cda si è consumato lo scontro sull'interpretazione dell'articolo 3 della legge 97/2001, che secondo i legali consultati da viale Mazzini equipara il lavoro privato al pubblico impiego: la legge sarebbe pertanto applicabile anche alla Rai non poiché essa appartiene alla pubblica amministrazione, ma perché caratterizzata da prevalente partecipazione pubblica. Al contrario, i consiglieri che hanno votato contro la rimozione ritengono che questa legge non sia applicabile a un contesto come quello della televisione di Stato. Passa la linea Lei - Maccari, il nuovo direttore del Tg1 e fino ad oggi direttore del TgR, come detto sarà a capo della testata ammiraglia fino e non oltre il 31 gennaio 2012: matura infatti da qui a poche settimane il diritto alla pensione, e per tutto il mese di gennaio potrà quindi continuare a lavorare. La proposta di nomina di Maccari è stata formulata dal dg Lei, con l'indicazione precisa che si sarebbe trattato di un incarico a termine, con scadenza molto ravvicinata. La proposta è passata ed è stata così premiata la linea del direttore generale, compresa anche la parte relativa alla rimozione di Minzolini in quanto legata a quello che prevede l'articolo 3 della legge 97/2001 per i dipendenti sui quali grava un giudizio della magistratura penale, applicando anche alla Rai in quanto società di capitale a prevalente partecipazione pubblica, quanto quella legge preveda per la pubblica amministrazione e gli Enti pubblici. Pronto il ricorso - Ma Augusto Minzolini non ci sta e annuncia il ricorso al giudice del lavoro contro la sua rimozione da direttore del Tg1 decisa a stretta maggioranza oggi dal Cda, provvedimento che reputa "sostanzialmente e profondamente illegittimo". In una dichiarazione diffusa in serata, proprio in coincidenza con l'inizio dell'edizione delle 20 del tg, Minzolini dice "considero la mia rimozione un atto frettoloso, carente nei presupposti e sostanzialmente immotivato. Credo non sia casuale che l'esito della votazione finita in perfetta parità (determinante è stato infatti a quel punto il voto del presidente Garimberti, a favore della rimozione, ndr) abbia prodotto il risultato che mi riservo di contestare". Minzolini sottolinea quindi "sorprende comunque che alcuni consiglieri dell'azienda, sebbene da me preventivamente informati, abbiano scelto di non tener conto delle guarentigie che il legislatore offre a tutti coloro che vengono colpiti da provvedimenti di una pubblica amministrazione quale la Rai ha scelto di considerarsi. Ritengo per ora di non dover aggiungere altro visto che la parola passa inevitabilmente ai miei legali e quindi al competente Giudice del Lavoro che si dovrà occupare della valutazione di un atto che reputo sostanzialmente e profondamente illegittimo".

Dai blog