Il blocco è costato 10 milioni Negozianti chiedono i danni
I commercianti vogliono dal Comune un risarcimento per i mancati introiti legati allo stop delle auto. Pm10 ancora il doppio del consentito
Altro che crisi. Sarà anche vero che quest'anno i milanesi sono più attenti alle spese rispetto al 2010, ma se nel lungo ponte di Sant'Ambrogio i negozianti hanno dovuto fare i conti con un calo dei fatturati del 40%, la colpa è soprattutto dei due giorni di blocco del traffico decisi dalla giunta Pisapia. È quanto emerge dai dati di vendita registrati nei negozi meneghini negli ultimi giorni, che smentiscono in maniera inconfutabile chi da Palazzo Marino ha cercato di scaricare sulle difficoltà economiche dei milanesi la frenata senza precedenti dello shopping natalizio. «Normalmente nel fine settimana il giorno in cui si vende di più è il sabato, durante il quale i fatturati sono circa il 50% più alti di quelli della domenica», spiega Gabriel Meghnagi, presidente di AscoBaires. «Con questo blocco del traffico, invece, le cose sono andate in maniera diametralmente opposta», prosegue il presidente di AscoBaires, «domenica, giorno in cui si poteva circolare liberamente, abbiamo avuto fatturati in linea con quelli dello scorso anno, mentre sabato, giorno di blocco, ci siamo fermati al 65% di ciò che abbiamo fatturato domenica, e lontani anni luce da quelli che erano i fatturati dello scorso anno». Di fronte all'impossibilità di raggiungere le vie dello shopping in auto e al caos che regnava sui mezzi pubblici circolanti in città, la stragrande maggioranza dei residenti nell'hinterland ha preferito ripiegare sui centri commerciali della provincia e su Artigiano in fiera, in scena alla Fiera di Rho-Pero. Ai negozianti milanesi sono così rimaste le briciole dei tradizionali affari natalizi, con perdite stimate in almeno 10 milioni di euro rispetto al giro d'affari potenziale per il ponte di Sant'Ambrogio. Nessuna sorpresa, quindi, che il fronte di chi sta pensando di chiedere i danni al Comune si stia allargando. Tanto più che, a dispetto dei due giorni di blocco, domenica i livelli di Pm 10 registrati dalle centraline dell'Arpa in città erano ben al di sopra della soglia limite (50 microgrammi per metro cubo), con 100 microgrammi a Città Studi, 79 in via Senato e 76 al Verziere. «Ci sono diversi studi legali che si sono già proposti di curare la nostra causa per chiedere i danni al Comune. - conferma Luigi Ferrario, presidente di Le vie dello shopping - Gli elementi ci sono tutti: da un lato il danno per i commercianti, che è innegabile e quantificabile. Dall'altro la totale assenza di benefici per la città, dimostrata dai livelli del Pm10». Dati concreti, di fronte ai quali la giunta Pisapia non sembra però avere nessuna intenzione di rivedere le proprie posizioni. Anzi, in attesa del nuovo incontro con i sindaci della provincia di Milano, fissato per domani a Palazzo Isimbardi, ieri il Comune è tornato a minacciare di multe i commercianti che tengono aperte le porte dei propri negozi. Questo proprio mentre il sindaco sta inviando a tutti i milanesi una bella letterina di Natale con la quale annuncia l'introduzione del nuovo superEcopass da 5 euro, che colpirà i milanesi dal 16 gennaio. E mentre l'unica cosa che può salvare i milanesi dallo smog sembra essere la pioggia. «Il blocco del traffico così come è stato fatto è praticamente inutile - sottolinea infatti Raffaele Cattaneo, assessore regionale ai Trasporti - Limitare la libertà di movimento dei cittadini senza effetti sull'inquinamento è solo un atteggiamento masochistico». Dino Bondavalli