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"Monti, sei un fascista" Province, no ai tagli

Slitta al 31 dicembre 2012 termine entro cui le funzioni saranno trasferite. L'Upi sbotta: "Sono norme antidemocratiche"

Giulio Bucchi
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Altro punto, altro rinvio. Dopo il taglio agli stipendi dei parlamentari, la manovra del governo Monti fa slittare anche il taglio delle province. Gli organi in carica decadranno infatti il 31 marzo 2013, mentre passa dal 30 aprile al 31 dicembre 2012 il termine entro il quale le funzioni delle province dovranno essere trasferite ai Comuni o alle Regioni. Lo prevede un emendamento del governo alla manovra, che in precedenza rinviava a legge statale, senza riferimenti temporali, la determinazione del termine decorso il quale gli organi in carica delle Province decadono. Un piccolo, troppo piccolo, passo avanti. "Monti, sei un fascista" - E come prevedibile, se il governo proroga la risoluzione del problema c'è chi trova comunque il modo di gridare allo scandalo.  "L'abolizione delle Province fa capo ad un disegno antidemocratico, autoritario e anticostituzionale. Solo il fascismo ha eliminato organi democraticamente eletti con un decreto", ha tuonato  il vicepresidente dell'Upi e presidente della Provincia di Torino, Antonio Saitta, al termine dei lavori di un ufficio di presidenza straordinario dell'Unione delle Province. Secondo il governo, ha spiegato Saitta, il risparmio previsto con l'abolizione delle Province "dovrebbe ammontare a circa 65 milioni di euro; dimenticano, però, che secondo alcuni calcoli il trasferimento alle Regioni potrebbe costare intorno ai 650 milioni di euro". Per cancellare le Province - ha osservato ancora Saitta - serve "un disegno di legge costituzionale e non certamente un decreto legge ordinario". "Intervenga Napolitano" - L'Unione delle Province d'Italia, per questo invoca l'intervento del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano "a difesa della Costituzione e della democrazia". "I mandati elettivi delle Province - spiega il presidente Upi Giuseppe Castiglione - non possono essere sospesi o commissariati, e che un governo tecnico reintroduca norme che già sono state palesemente considerate incostituzionali e per questo cancellate è inaudito". "L'articolo 1 della Costituzione - sottolinea Castiglione - dice che la sovranità appartiene al popolo, che la esercita nei limiti della Costituzione. L'articolo 5 che la Repubblica riconosce e promuove le autonomie locali, e non le può certo sopprimere per decreto. L'articolo 114 stabilisce che la Repubblica è costituita dai Comuni, dalle Province, dalle Città metropolitane, dalle Regioni e dallo Stato e che gli Enti locali sono autonomi secondo i principi fissati dalla Costituzione. Chiediamo al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano di intervenire a difesa della democrazia".    

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