Le pensioni minime son salve ma più tasse sui risparmi
Si tratta per adeguare al costo della vita i vitalizi esclusi, in cambio allo studio un aumento delle tasse su titoli e prodotti finanziari
Oltre a provocare il disboscamento delle foreste equatoriali, i 1.400 emendamenti presentati dai gruppi parlamentari alla Camera non dovrebbero sortire altri effetti. È questo il numero totale delle modifiche giunte alle commissioni Bilancio e Finanze della Camera, che stanno esaminando la manovra anti-crisi. Il termine per la presentazione è scaduto ieri, ma governo e i relatori del provvedimento possono ancora depositare emendamenti, se vogliono. Succederà domani sera, quando a Montecitorio dovrebbero arrivare le correzioni, poche e mirate, concordate da Mario Monti con Popolo della Libertà, Partito democratico e terzo polo. Ieri sera Giarda ha incontrato Gianluca Galletti (Udc) e Benedetto Della Vedova (Fli). Stamattina si terrà un incontro allargato tra il ministro e le delegazioni dei partiti, formate dagli esponenti che si stanno occupando del provvedimento. Per il Pdl ci saranno Massimo Corsaro e il relatore Maurizio Leo. L'appuntamento è stato annunciato da Angelino Alfano su Twitter: «Obiettivo: alleggerire la botta su casa e pensioni. Saremo convincenti», ha spiegato il segretario di via dell'Umiltà. Il problema (enorme e non ancora risolto) sono le coperture finanziarie che permettano i correttivi. Ed è materia su cui si stanno scervellando i tecnici di via XX settembre. Non c'è trippa per gatti. E il governo non sa più in che lingua spiegarlo ai partiti. Lo dice Monti a Bruxelles: «I saldi e la struttura della manovra sono intoccabili, gli emendamenti non snaturino la nostra visione e la distribuzione dei carichi». Sulla pila di carta custodita alla Camera il Professore non si sbottona: «Mi riservo di vedere con i miei colleghi l'insieme delle misure richieste». Concetto che riecheggia nelle parole del ministro Corrado Passera. Pure Pietro Giarda frena gli appetiti dei deputati: «Gli effettivi spazi finanziari per eventuali modifiche sono assai limitati», dice il titolare per i Rapporti con il Parlamento. Detto questo, l'intenzione è di venire incontro ai partiti maggiori con modifiche all'Imu, all'indicizzazione delle pensioni e ai capitali scudati. Le prime due correzioni sono caldeggiate dal Pdl. Che ha chiesto al governo una franchigia sulla tassazione della prima casa, cioè una fascia di esenzione per le famiglie che vivono in meno di cento metri quadri. Non solo: via dell'Umiltà ha insistito anche per continuare ad adeguare al costo della vita i vitalizi fino a 1.400 euro. Modifiche, queste, che stanno a cuore anche ai centristi. Le insistenze del Pd, invece, porteranno a un aumento della tassazione sui capitali rientrati grazie allo scudo fiscale. E forse a una norma per salvaguardare i lavoratori in mobilità di Fiat Termini Imerese e Alenia dalla nuova normativa previdenziale. Ma il problema rimane uno: dove trovare i soldi? L'intenzione del governo sembra quella di non andare a cercare coperture altrove, ma di ragionare per compartimenti stagni, finanziando le modifiche all'Imu con l'Imu e le correzioni alla indicizzazione delle pensioni con la riforma previdenziale. Si tratta di rifare i calcoli, spostare cifre: roba per i tecnici, la politica qui non ha tanta voce in capitolo. Un'altra ipotesi allo studio, per far tornare i conti, è di finanziare le modifiche chieste dai partiti con un aumento della soglia massima di bollo su titoli e prodotti finanziari. Attualmente il bollo va da un minimo di 34,2 euro (per depositi inferiori a 50mila euro) a un massimo di 1.200 euro. Il tutto - testo originario e modifiche concordate - finirà al sicuro dentro un maxiemendamento del governo blindato con la fiducia. Praticamente impossibile esaminare i 1.400 emendamenti di origine parlamentare. Che oggi subiranno una prima selezione di ammissibilità da parte degli uffici. Probabilmente l'unica. I più prolifici sono i leghisti, i soli all'opposizione, che hanno depositato 600 proposte di modifica: «Quasi tutti sul merito e concentrati su Imu, pensioni, accise sulla benzina e tagli agli enti locali», spiega il padano Alessandro Montagnoli. Segue l'Italia dei valori, con 130 emendamenti. Poi ci sono quelli di Fli: il partito di Gianfranco Fini si è esercitato su Irpef, Imu e asta sulle frequenze televisive. Sul tema, caro anche a Pd e dipietristi, il ministro Passera non ha chiuso la porta: «Stiamo approfondendo». Ma il veto del Pdl finirà per prevalere, a quanto pare. di Salvatore Dama