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Da Monti manovra recessiva Allarme di Bankitalia e Conti

Palazzo Koch: Pressione fiscale sale al 45%, livelli insostenibili. I magistrati contabili: Avrà un fortissimo impatto sociale

Lucia Esposito
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Il governatore della Banca d'Italia Ignazio Visco, ha detto davanti alla Commissione Bilancio della Camera che il rischio di una fuga di capitali è concreto nel caso in cui si faccia una patrimoniale. E ha lanciato un allarme sul Pil italiano dei prossimi anni e ha poi ammonito Monti per i possibili effetti negativi della manovra. "Ne conseguirà un ulteriore aumento della pressione fiscale, fino a circa il 45% del Pil", ha spiegato il governatore di Bankitalia, aspro e critico nei confronti del pacchetto anti-crisi del governo tecnico.Effetti restrittivi - Nel corso dell'audizione davanti alla Commissione Bilancio della Camera, visco ha rincarato la dose spiegando come il livello della pressione fiscale sia "un valore molto elevato sia in prospettiva storica sia nel confronto internazionale. Le misure di bilancio contenute nel decreto - ha proseguito il numero uno di Palazzo Koch - hanno effetti restrittivi sul Pil stimabili in mezzo punto percentuale nel prossimo biennio. L'impatto potrebbe essere in larga parte compensato se il calo dei rendimenti sui nostri titoli decennali osservato nei giorni immediatamente successivi all'emanazione del decreto si confermasse e si estendesse all'intero arco della curva per scadenza", ha sottolineato Visco, secondo il quale "l'evasione rappresenta il maggiore ostacolo" a una revisione del sistema fiscale. Inoltre "una riduzione dell'area di evasione facilita la definizione di interventi a favore dei cittadini con redditi modesti e può consentire una diminuzione in prospettiva della concentrazione del carico fiscale". I dubbi della Corte dei Conti - Ma gli interrogativi e le critiche sulla stangata di Monti al vaglio del Parlamento si moltiplicano. Segnali d'allarme arrivano anche dalla Corte dei Conti, che spiega come la manovra del governo avrà "un forte impatto sociale, ancorché necessitata dagli impegni richiesti dall'Unione Europea". Il presidente della Corte dei Conti, Luigi Giampaolino, ha agginto che "l'aumento delle aliquote Iva e delle accise sui carburanti si trasmetterà, pur in un contesto di stagnazione della domanda, sulla dinamica dei prezzi al consumo, con un effetto di maggiore inflazione che, prudenzialmente, può essere stimato di almeno un punto percentuale". Giampaolino ha poi indicato che la nuova stima del governo che fissa il tasso al 2% è "sottostimata. Non si può sottovalutare il rischio che il ricorso prevalente a manovre che impiegano lo strumento fiscale concorrano a determinare una spirale negativa, nella quale dosi sempre maggiori di restrizione sono imposti proprio dagli impulsi recessivi che vengono trasmessi all'economia". Capitali scudati - Dubbi anche sulle informazioni circa la distribuzione dei capitali scudat, che "potrebbero indurre a nutrire non poche perplessità sulla possibilità di conseguire il livello di gettito atteso", ha spiegato Paolino, che esprime incertezza sulla copertura che l'imposta straordinaria dell'1,5% sui capitali scudati possa effettivamente fornire per la copertura prevista nella manovra per la limitazione della deindicizzazione delle pensioni. Secondo Giampaolino "le operazioni di rimpatrio e di regolarizzazione per lo più sono avvenute avvalendosi di società di comodo o, comunque, interposte. Dopo le dismissioni - ha continuato il presidente dei magistrati contabili - hanno avuto tutto il tempo di scomparire senza lasciare traccia". Ne consegue il rischio che "a restare nella rete di imposta straordinaria siano prevalentemente i soggetti persone fisiche e, in particolare, quelli che hanno approfittato dello scudo per sanare anche violazioni di carattere formale, o comunque minori".

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