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Paese per Paese, le posizioni di tutti i leader

Dalla Merkel a Cameron: ecco le posizioni dei leader rispetto alla nuova Eurozona

Lucia Esposito
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Ecco, Paese per Paese le posizioni di tutti i leader europei rispetto alla modifica del Trattato: Francia e Germania vogliono subito un accordo forte, l'Italia dice sì al rigore senza trascurare la crescita. Londra vuole difendere i suoi interessi. Cosa pensano i leader: Angela Merkel – La cancelliera tedesca vuole un nuovo Trattato che renda più stringenti le regole di bilancio dei singoli Paesi e un organismo di controllo economico-fiscale centrale a Bruxelles. Inoltre pretende pesanti sanzioni attraverso meccanismi automatici per quei governi che non dovessero rispettare i nuovi vincoli. No agli eurobond, no al rafforzamento precauzionale del futuro Fondo Esm, no a un ruolo più attivo della Bce nell'aiutare i singoli Paesi in difficoltà. Sì alla tassa sulle transazioni finanziarie.  Nicolas Sarkozy – Il presidente francese si è schierato al fianco della Germania nella richiesta del nuovo Trattato: , ha detto. In realtà però non è d'accordo con la Merkel nel negare alla Banca centrale europea il ruolo di prestatore di ultima istanza verso i Paesi in difficoltà.  Herman Van Rompuy – Il presidente del consiglio europeo è schierato con i Paesi periferici dell'Unione e più in generale con quelli che non godono della tripla A sul loro debito; quindi è scettico sulla necessità di un nuovo Trattato. Oltre a creare di fatto un club esclusivo (preludio per un supereuro),  il Trattato rischia di gettare sabbia negli ingranaggi già delicati della gestione finanziaria dei Paesi. Meglio soluzioni che tengano conto dell'emergenza. Risolviamo i problemi di oggi, poi parliamo di nuovi trattati.  David Cameron – Il primo ministro britannico non ha intenzione di mettere nelle mani di Bruxelles il controllo dei bilanci britannici ed è fermamente contrario alla tassa sulle transazioni finanziarie tanto amata da Berlino. Per questo motivo sia Merkel che Sarkozy cercano un accordo tra i 17 Paesi aderenti all'euro mentre lascerebbero agli altri 10 che completano l'area Ue la possibilità di entrare in futuro. In questo modo Francia e Berlino aggirerebbero il veto britannico.  Mario Monti – Fosse per lui firmerebbe il nuovo Trattato già oggi. Ma deve fare i conti con  i problemi italiani, soprattutto con l'alto debito pubblico e la bassa crescita, mentre il bilancio statale si trova in buon equilibrio, essendo, esclusi gli interessi sul debito, in avanzo primario. Se l'Italia aderisse oggi al nuovo Trattato dovrebbe immediatamente attuare nuove misure che drenerebbero risorse fondamentali per la crescita.  

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