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Sgambetti "Il vertice di venerdì sarà inutile..." Così un uomo della Merkel inguaia Italia e Borse

Un funzionario tedesco si sfoga e i mercati crollano. Piazza Affari la peggior in Europa (-1,2%), spread oltre 400

Andrea Tempestini
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Già evaporato l'entusiasmo dei mercati per la mazzata di Mario Monti. Piazza Affari, a metà di una giornata sofferta, è precipatata sotto i colpi dalle vendite. A poco più di mezz'ora dalla chiusura il paniere principale Ftse Mib lasciava 1,57 punti percentuali, mentre il complessivo All Share perdeva l'1,44 per cento.  A fine giornata l'indice Ftse Mib ha lasciato l'1,24%, mentre l'All Share ha perso l'1,13 per cento. Male anche le altre europee: Londra ha lasciato lo 0,39%, Francoforte lo 0,57% e Parigi lo 0,11 per cento. La soffiata tedesca - A incidere pesantemente sui corsi borsisitici della giornata la solita mazzata tedesca. Angela Merkel, consapevole o meno, non riesce a far star zitta la sua squadriglia di tecnici, ministri e funzionari. E così l'agenzia Reuters ha rilanciato una notizia che sui mercati ha inciso significativamente: un funzionario tedesco avrebbe espresso qualche dubbio sulla possibilità che il summit in agenda per il prossimo 9 dicembre possano emergere decisioni con un reale impatto per il futuro dell'Eurozona a causa delle resistenze di alcuni Paesi che, questo il virgolettato, "non avrebbero compreso la gravità del momento". Bene l'asta dei Bund - Nell'Eurozona di nuovo sotto attacco una buona notizia si registra dall'asta dei titoli di Stato tedeschi a 5 anni: la Germania ha venduto 4,09 miliardi contro un importo previsto di 5 miliardi, ma la domanda ha raggiunto gli 8,67 miliardi. Un netto milgioramento rispetto all'asta precedente, in cui il 40% delle cedole era rimasto invenduto. Segnali di fiducia arrivano anche dagli Stati Uniti. Il segretario del tesoro americano, Timothy Geithner, si è detto "fiducioso" circa un successo degli sforzi dell'Europa per salvarsi dalla crisi del debito. A Piazza Affari - Fra gli istituti di credito, in calo i big Intesa Sanpaolo e Unicredit, che lasciano rispettivamente il 2,77 e il 2,42%; scivolone per Mps, giù del 5,66%. Positive, invece, la Bpm (+1,53%), la Bper (+1,32) e soprattutto Ubi, che sale del 4,14%. Poco mossa Mediobanca; in calo gli assicurativi, con Fonsai (-5,82%), che paga le incertezze sul futuro della società e la prossima esclusione dal paniere principale.   Negativa l'energia: resiste Eni (-0,18%), mentre è più consistente il calo di Enel (-1,37%), Saipem (-1,6%) e Tenaris (-1,62%). Vendite anche sull'industria: Fiat auto perde il 2,45%, trascinando con se Exor (-1,76%). Giù anche Pirelli (-1,83%) e soprattutto Ansaldo Sts (-4,51%), su cui hanno pesato delle indiscrezioni, smentite dalla controllante Finmeccanica, su una fusione con AnsaldoBreda.   Contrastato il lusso: Tod's perde l'1,24%, Luxottica sale dello 0,7% e Ferragamo, che sostituirà Fonsai fra i titoli principali, balza del 3,54%.   Giù gli alimentari; scivolone (-3,53%) per Autogrill nella galassia Benetton.  

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