Il pieno costerà 150 euro in più e fa salire anche il pane
Stangata, effetti drammatici sui carburanti e non solo alla pompa. Il salasso ricadrà anche sui prezzi di tutti i generi alimentari
Benzina e Iva: un mix di rincari che avrà inevitabili ripercussioni sul costo della vita. Un'accoppiata che avrà effetti devastanti sull'inflazione: l'ennesimo risvolto della medaglia di una manovra troppo dura. Anche perché, spiega il Codacons, il salasso sui carburanti avrà effetti pesantissimi sul prezzo di trasporto dei prodotti, il cui costo nelle vendite al dettaglio e nei negozi è destinato a crescere vertiginosamente di pari passo. L'inflazione schizza, le buste paga restano inchiodate al palo e Mario Monti ha deciso anche (salvo improbabili ripensamenti dell'ultim'ora) di bloccare le rivalutazioni delle pensioni. Lacrime e sangue. Segue l'articolo di Antonio Castro. Di questo bel regalo di Natale gli italiani avrebbero fatto a meno: il famoso decreto “salva Italia” prevede, infatti, l'aumento delle accise sui carburanti, ma con effetto immediato (e non dal 1 gennaio 2012 come ipotizzato). Provvedimento che si traduce in un salasso di ben 8,2 centesimi al litro in più sulla benzina e di 11 centesimi per il gasolio (che diventano rispettivamente 9,9 e 13,6 calcolando anche l'Iva al 21% fino a settembre e poi al 23%). Con questo incremento monster il prossimo anno usciranno dalle nostre tasche ben 5,9 miliardi di euro in più sui prodotti raffinati (rispettivamente 4.877 milioni e 1.024,2 milioni).Però, per effetto della riedizione del credito d'imposta per gli autotrasportatori (un bonus che da solo vale nel 2012 ben 1.073,9 milioni), in tutto arriverà all'Erario un maggior gettito netto di 4.877 milioni di euro. E non è finita. Infatti è già previsto che dal 1 gennaio 2013 ci sarà un ulteriore balzello solo su benzina e gasolio auto di 0,5 euro per mille litri. Salvo ulteriori interventi in corsa. Da aprile oggi per rifinanziare il Fondo unico spettacoli, l'emergenza immigrati e l'alluvione in Liguria sono arrivati aumenti di 20 centesimi per il diesel e di 16 centesimi per la benzina. Il superbollo scatterà per le auto con potenza superiore ai 185 chilowatt, e non superiore ai 170, come si era detto prima, con un gettito di 168 milioni di euro. LA MAZZATA SULLE FESTE DI NATALE Considerando che gli italiani, per tradizione, tornano a casa per le festività natalizie il conto al distributore dovrebbe risultare molto indigesto. E non è soltanto un problema di trasferimenti natalizi. Il contributo agli autotrasportatori è un dazio dovuto considerando il differenziale di costo europeo dei nostri carburanti che pesa (insieme al costo del lavoro) sui bilanci delle aziende di trasporti. Senza il contributo pubblico le imprese del settore chiuderebbero in poche settimane. C'è anche da dire che la conformazione geografica dell'Italia - stretta e lunga - non favorisce altre forme di trasporto. Infatti oltre l'80% delle merci viaggia ancora oggi su gomma e il trasporto su rotaia e via mare resta molto marginale. Per non parlare di quello aereo che è riservato solo ai prodotti di lusso e a forte valore aggiunto. Insomma, se l'automobilista medio sarà costretto a sborsare dai 130 euro annui in più per le auto a benzina ai 150 euro annui in più per quelle a gasolio (dati Codacons), il rincaro sulle merci sarà ben maggiore. E non solo per il rincaro dei costi di trasporto. Trattori, serre riscaldate e altri mezzi agricoli (e della filiera di trasformazione), funzionano a gasolio, tranne rare eccezioni (biogas, biomasse, pannelli solari e metano). IL RINCARO DEI CAMPI ALLA TAVOLA Il raffronto statistico fornito dalla Confederazione italiana agricoltori (Cia) è impietoso: «Già oggi il budget che ogni famiglia destina a cibo e bevande è sceso a 467 euro al mese», fa notare la Confederazione, «superato in volata da quello per carburanti, trasporti ed energia elettrica, che è salito a 470 euro mensili». Inevitabile quindi che la filiera agroalimentare possa scaricare ancora una volta sulle famiglie i costi indiretti del rincaro dei carburanti. Solo a ottobre (ultimo dato disponibile), i rincari dei carburanti hanno fatto salire del 7,6% annuo i costi di produzione degli agricoltori. Con effetti a cascata sui prodotti al consumo e quindi sulla tavola degli italiani. C'è anche da dire che parte del rincaro servirà a finanziare il Trasporto pubblico locale. Servirebbero circa 2.055 milioni (budget 2010). Ma il testo del decreto ne ha recuperati solo 800 milioni che si aggiungono ai 400 milioni già previsti dal Fondo per il trasporto pubblico locale. Per equilibrare le risorse e garantire il servizio mancano all'appello 855 milioni 425 di finanziamento per le Regioni e 430 che venivano trasferiti direttamente a Trenitalia. E il timore è che - fra qualche mese - spunti, questa volta a livello regionale, l'ennesima addizionale per garantire la circolazione e il servizio di bus e tram. di Antonio Castro