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Con Monti non si tratta: "Manovra non si cambia"

Il premier a Porta a Porta: "Sacrifici durissimi, ma lo Stato rischiava di non pagare gli stipendi. Pensioni, scelta sofferta, ma l'Italia capirà"

Andrea Tempestini
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Mario Monti va in televisione, nella cosiddetta terza aula del Parlamento, quella di Porta a Porta, e intervistato da Burno Vespa spiega la sua manovra (la sua stangata) al Paese. "Ho invitato tutti a considerare che questa operazione di rigore, equità e crescita chiedeva sacrifici. Ma l'alternativa non era quella di andare avanti come niente fosse ma quella di correre il rischio che lo Stato non potesse pagare stipendi e pensioni", ha spiegato. Poi ha aggiunto: "E' ben possibile che non ci sarebbero stati soldi per pagare gli stipendi e le pensioni. C'era il rischio che lo Stato non potesse essere più solvente". Quindi la metafora: "Sono salito su un treno in corasa che stava per deragliare" Quindi il premier è costretto a riconoscere che "abbiamo chiesto molti sacrifici" agli italiani. E ogni giorno che passa, questi sacrifici diventano sempre più duri: l'ultima mazzata è sui carburanti, i cui prezzi schizzano alle stelle (leggi anche tutti gli altri provvedimenti spuntati dal testo definitivo della manovra). Sull'aumento del costeo della benzina, Monti ha spiegato: "Era indispensabile, anche per quanto riguarda il fenomeno del trasporto locale". Sulla reintoruduzione della tassa sulla prima abitazione, il premier ha ribadito che "in tutti i Paesi anche la prima casa contribuisce al mantenimeno dei servizi pubblici. La prima casa - ha aggiunto - è una cosa importante per la vita economica, sociale e psicologica dei cittadini", ma "la casa è anche una cosa che consuma risorse pubbliche, perché ci vogliono delle infrastrutture attorno alle abitazioni, le città costano. In tutti i Paesi la casa, anche la prima, contribuisce al mantenimento dei servizi pubblici". Sulle pensioni non si cambia - I sindacati, sul piede di guerra in particolare per la stretta sulle pensioni, hanno già indetto diverse ore di sciopero. Così Monti risponde: "Sono sicuro che ci saranno manifestazioni di protesta, arrivo a considerarle giustificate, ma spero che con l'aiuto di tutti si capirà" il motivo per cui il governo è stato costretto a varare la manovra.  "In passato - ha osservato il premier - ci sono stati scioperi generali per molto meno. Io dico: capisco le reazioni, ma invito tutti a considerare che cosa sarebbe successo anche al mondo del lavoro dipendente e dei pensionati. Per quello che è possibile fare abbiamo fatto più redistribuzione e più equità di quanto fosse stato mai fatto. Sono sicuro che i cittadini italiani capiranno". Per quel che riguarda possibili modifiche alla riforma delle pensioni, Monti non lascia aperto nessuno spiraglio o quasi: "Il Parlamento è sovrano, il tempo è poco. Il margine di flessibilità è pochissimo". "Fiducia? Prematuro parlarne" - E ancora, sul dibattito in aula, Monti ha aggiunto: "Saremo in Parlamento con occhi e orecchie spalancate. Ma se la caratteristica della manovra è quella di costruire un carico bilanciato secondo un concetto di equità io come premier e come ministro delle Finanze non posso" giustificare chi dice "cambiamo i contenuti con i saldi invariati. Cerchiamo di non modificare la distribuzione", ha spiegato il Professore sottolineando che al momento, da parte del governo, non c'è alcuna intenzione di percorrere la strada dell'aumento dell'Irpef. Circa la possibilità di porre la questione di fiducia sul decreto in Parlamento, Monti ha affermato: "E' prematuro parlarne". In precedenza nella giornata il Professore di Varese si era rivolto alla politica, chiedendo ai partiti di metterci la faccia per approvare la super stangata. A Porta a Porta, parlando dei precedenti governi, Monti ha detto come "il vero costo della politica non è quello di una politica costosa monetariamente. Stiamo pagando, invece, una politica che ha guardato ad interessi elettorali, e non alle prossime generazione. Questa è la marcia che vogliamo cambiare". "L'aura euro va ripensata?" - Il premier ha poi spiegato di aver anticipato a domenica il Consiglio dei Ministri perché "volevo che l'Europa e i mercati spalancassero gli occhi di fronte a un'Italia che ha fatto cose, non perché ce lo chiedeva l'Europa, ma perché in linea con un'Europa più resposnabile. E per tornare ad essere non osservatori distratti, ma protagonisti attivi delle scelte e della polittica europea". Poi sul ruolo dell'Europa unita: "Oggi le ferrovie, mi riferisco nella sua immagine del treno e non alle ferrovie reali, hanno un momento di coordinamento internazionale per non deragliare: anche la politica europea deve fare dei passi avanti. E' stata pensata con coraggio, passione e inventiva, ma non con la logica di far si che non ci sia il rischio che la cattedrale possa crollare. L'area euro ha bisogno di essere ripensata. Questa è la settimana dell'Europa". "Mercati, utili bestie feroci da domare" - Sul ruolo dei mercati, che hanno costretto l'Italia ad incassare la mazzata imposta dall'Europa, Monti ha spiegato che "sono delle bestie feroci utili, ma sbilanciate. L'Italia e altri Paesi sono arrivati ad accumulare troppo debito pubblico. I mercati sono imbizzarriti, ma dobbiamo tenere conto dei mercati, altrimenti arrivano degli schiaffi pesantissimi ai cittadini". Il premier spiega poi che tuttavia "non bisogna inginocchiarsi ai mercati", anche se c'è "la certezza della speculazione: dobbiamo domarli, ma non demonizzarli".

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