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Silvio, un messaggio a Bossi "Sì alla riforma elettorale"

Berlusconi avverte la Lega e incarica i capigruppo Pdl di avviare trattative sulla nuova legge. "Possiamo ancora vincere"

Giulio Bucchi
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Adesso Berlusconi fa sul serio e mette con le spalle al muro Umberto Bossi. Lo fa due volte. La prima, quando lo avverte che "la Lega non può andare al voto da sola rompendo con il Pdl", una frase che lo staff del Cavaliere ha prontamente smentito. La seconda, certa e pesantissima, è quando durante la riunione dell'Ufficio di presidenza del Pdl a Palazzo Grazioli ha dato via libera alla riforma elettorale: "I due capigruppo avviino subito un tavolo di lavoro sulla legge elettorale che valuti anche eventuali proposte di modifica dell'attuale legge". Una apertura sorprendente, visto che il Pdl ha sempre detto di aspettarsi dal governo Monti solo misure d'emergenza e nessuna riforma del sistema politico. "Le parole di Silvio Berlusconi sulla necessità di riformare il Porcellum vanno accolte positivamente", ha fatto sapere Italo Bocchino, vicepresidente di Futuro e Libertà. E di sicuro avrà apprezzato anche Pier Luigi Bersani. Via gli estremi - Il motivo è semplice: il Pd, come il Pdl, è in una difficile situazione. Entrambi i maggiori partiti devono sostenere Monti "per senso di responsabilità", come ha ribadito Berlusconi ("Non c'erano alternative e questa non è la nostra manovra, ma se fossimo andati al voto anticipato avrebbero detto che io ero il responsabile della crisi", avrebbe confidato il Cav ai suoi), rischiando di avallare scelte impopolari favorendo le ali estre e più populiste, Lega e Idv. Che all'opposizione hanno le mani libere e possono criticare liberamente, ma che allo stesso modo rischiano ora di rimanere isolate su una riforma elettorale che punta proprio a panalizzare chi sta fuori dai poli. La dimostrazione che nella testa dell'ex premier ci sono già le elezioni starebbe in altre parole pronunciate a Palazzo Grazioli: "Ricordiamoci - ha detto Berlusconi - che nel 2006 siamo stati in grado di recuperare 13 punti. Possiamo vincere. Siamo ancora il primo partito d'Italia, siamo al 28,1 secondo gli ultimi sondaggi".

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