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Stasi assolto anche in appello Altro delitto senza colpevole

Confermata in secondo grado la sentenza di assoluzione di Alberto nel processo per l'omicidio di Chiara Poggi

Andrea Tempestini
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I giudici della Corte d'assise d'appello di Milano hanno assolto Alberto Stasi dall'accusa di omicidio aggravato dalla crudeltà. L'ex bocconiano era accusato di avere ucciso la fidanzata Chiara Poggi, trovata morta nella sua villetta di via Pascoli a Garlasco (Pavia), il 13 agosto 2007. Al termine della Camera di consiglio il collegio presieduto da Anna Conforti, affiancata dal giudice a latere Franco Tucci e da 6 giudici popolari, due donne e quattro uomini, ha creduto all'innocenza del giovane, già assolto in primo grado. Dopo la lettura della sentenza, Stasi ha abbracciato i suoi avvocati e ha lasciato l'aula del tribunale. "E' giusto così" ha poi affermato il ragazzo, impacciato dall'emozione. Il sostituto procuratore generale Laura Barbaini aveva chiesto la condanna a trent'anni di carcere per omicidio aggravato dalla crudeltà. Ma la mamma di Chiara Poggi non ci vuole credere: "Non mi arrenderò, ho ancora fiducia nella giustizia". La motivazione - Il collegio giudicante ha perciò confermato quanto stabilito in primo grado. Nella sentenza del 17 dicembre 2009 si faceva riferimento alla seguente motivazione: "Emerge un complessivo quadro istruttorio da considerarsi contraddittorio ed altamente insufficiente a dimostrare la colpevolezza dell'imputato secondo la fondamentale regola probatoria e di giudizio dell'oltre ogni ragionevole dubbio. Riguardo ad un possibile  movente/occasione dell'omicidio da parte dell'attuale imputato, non emerge una congrua prova". Le prove secondo l'accusa - Per l'unico imputato, il fidanzato Alberto Stasi già assolto in primo grado con rito abbreviato dal gup di Vigevano Stefano Vitelli, il sostituto procuratore generale Laura Barbaini aveva chiesto la condanna a 30 anni di carcere per omicidio aggravato dalla crudeltà. Nella sua discussione, il pg aveva collocato l'ora del delitto tra le 9.12 e le 9.35 della mattina di quel 13 agosto. E aveva messo in rilievo l'esistenza di un sms apparso nei tabulati telefonici, che Stasi avrebbe mandato circa 30 ore prima del delitto a un amico, il cui contenuto è stato cancellato sia sul telefono del mittente, sia su quello del destinatario. Secondo il pg, tale sms indicherebbe "un'emergenza" segnalata da Stasi nella notte tra l'11 e il 12 agosto 2007 all'amico. Stasi, inoltre, il giorno dell'omicidio ha usato due biciclette. Barbaini sostiene che l'imputato ha usato una bicicletta nera, che "inspiegabilmente non gli è stata sequestrata, con cui ha raggiunto l'abitazione della fidanzata. Poi, secondo la sua ricostruzione, è tornato a casa, si è diretto all'officina del padre dove ha lasciato la bici. Quindi, dopo essere rincasato a piedi, ha preso una seconda bici, quella bordeaux che poi è stata sequestrata, ed è andato a nascondere l'arma e i vestiti sporchi di sangue. Sui pedali di questa seconda bicicletta è poi stato trovato il dna di Chiara Poggi. In subordine alla condanna, Barbaini aveva chiesto la rinnovazione del dibattimento, per disporre nuovi esami sulle macchie di sangue nella villetta in cui la giovane è stata uccisa. La difesa - I difensori di Stasi, invece, gli avvocati Angelo Giarda e Giuseppe Colli, hanno ribadito la sua innocenza, sottolineando l'assenza di un movente e chiedendone l'assoluzione. Secondo Giarda, l'accusa ha dato più volte una versione diversa sull'ora del delitto, per far combaciare questo elemento con la colpevolezza di Stasi. E il dna della ragazza trovato sui pedali della bicicletta di Stasi non è sangue, ma un frammento di epidermide lasciato dalla vittima pochi giorni prima dell'omicidio. I legali, inoltre, si erano opposti alla richiesta del pg di rinnovare il dibattimento.

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