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Confusi Grillo elogia il governo dei banchieri "Evviva Monti": ma lui non odiava i potenti?

Il comico genovese: "E' partito bene. Deve fare la riforma elettorale e una legge sul conflitto di interessi". Ma Mario ne ha mai parlato?

Andrea Tempestini
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Il comico Beppe Grillo si scopre un fan del potere bancario. Potremmo ribattezzare il comico genovese Goldman Grillo, perché a sorpresa, e dimostrando di avere le idee ben confuse, si schiera al fianco del tecnico Mario Monti. "Un uomo credibile - ha spiegato Grillo nel corso della presentazione del libro Siamo in guerra, scritto a quattro mani con Gianroberto Casaleggio -. Per adesso è partito bene. Staremo a vedere". Il governo è partito bene? Sarà. Per ora quello che ha riservato all'Italia è stata una tempesta di tasse che distruggono quel ceto medio e basso di cui Grillo vuole essere l'eroe, e una bella serie di provvedimenti che aiuteranno il nostro sistema bancario. Il programma di Grillo - Ma tant'è. Grillo prosegue nella sua dissertazione: "Non ho mai voluto che si andasse a elezioni, mi va benssimo il Governo tecnico, purché faccia le tre leggi che servono urgentemente: una riforma elettorale che ridia la voce ai cittadini; provvedimenti per azzerare il debito e una misura contro il conflitto di interessi". Quindi per il comico la dittatura dell'Europa (e delle banche) è cosa buona e giusta. L'inizio della dittatura ci ha riservato solo tasse ma Grillo è soddisfatto, anche se sulla riforma elettorale e sulla legge che lui invoca sul conflitto di interessi ancora non si è udita una parola. Evviva le lacrime - Il comico si fa poi commuovere dalla Fornero. Mezza Italia ha provato irritazione per le lacrime del ministro mentre presentava la stangata sulle pensioni che metterà in ginocchio un esercito di italiani over 50. Eppure per Grillo quelle lacrime sono un gesto, uno sfogo positivo. "Ma vi sareste mai immaginati un ministro che piange? Al massimo La Russa che piagnucola perché non può comprare un cacciatorpediniere", questa l'arguta battuta con cui ha condito la considerazione populista.  

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