Indicizzazione delle pensioni Fornero: "Si può rivedere"
Il ministro apre: "Possibile modificare norma sulle indicizzazioni se garantiti i saldi". Sugli assegni di anzianità: "Via dal 2018"
Nella serata di martedì, in diretta alla trasmissione Ballarò, la ministra del Lavoro, Elsa Fornero, dopo le lacrime ha aperto a una modifica della norma che blocca l'indicizzazione delle pensioni "se verrà avanzata una proposta con una copertura che garantisca i saldi". Con queste parole la Fornero ha ammorbidito la posizione del governo sul nodo cruciale della previdenza e, in particolare, su uno dei punti più difficili da digerire, quello del blocco della rivalutazione delle pensioni in base all'inflazione. Le pensioni di anzianità spariranno nel 2018 - L'annuncio è stato dato dalla Fornero nella sua audizione alla Camera per spiegare i meccanismi della riforma previdenziale prevista dalla manovra del governo Monti. "La riforma punta tutto, e fallirà se non sarà così, su un nuovo mercato del lavoro che funziona bene, che da occupazione ad un maggior numero di persone. E' un capovolgimento di ottica - ha detto la Fornero -. Cambiare le pensioni, con tutta la sensibilità sociale che non mi manca, è relativamente facile, farla a tavolino, mentre fare in modo che tutto si tenga in un'economia e una società che cambiano, è la parte più difficile". Riferimento, velato, alla tensione che l'ha condotta alla lacrime domenica (guarda il video), annunciando i provvedimenti in conferenza stampa. Più equità - "Il metodo contributivo non è il sistema perfetto ma sicuramente il più equo a livello generazionale e il più sicuro in termini finanziari", ha continuato la Fornero, difendendo il sistema pro rata che verrà applicato indistintamente dal 2012. "La pensione retributiva dava privilegi a chi aveva guadagnato tanto, mentre quella contributiva ti restituisce quanto versato". L'obiettivo è una "maggiore trasparenza, maggiore uniformità e riduzione e abolizione di posizione di privilegio". Articolo 18 .- Dietro le pensioni, ci sarà anche la riforma del lavoro con la revisione dell'articolo 18, "il pezzo mancante che sorregge tutto questo impianto e su questo bisognerà lavorare". Per garantire coesione sociale, "serve un buon sistema di ammortizzatori", ha aggiunto il ministro, includendo in un prossimo intervento però anche la "curva retributiva". "Ci sono rigidità per cui la retribuzione cresce sempre ma non la produttività. Una crescita per la quale i lavoratori anziani finscono con il costare troppo a fronte di una produttività discendente e dunque con l'essere spinti fuori. Dobbiamo correggere questo meccanismo e prevedere la possibilità di impiegare i lavoratori anziani senza 'espellerli' dal ciclo produttivo".