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Ghedini adesso fa dietrofront: dice sì alle intercettazioni

Caso Unipol, Ghedini adesso dimentica la sua battaglia da onorevole: "Pubblicare le intercettazioni si può"

Giulio Bucchi
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Allora, tanto per inquadrare: la faccenda è quella relativa alla pubblicazione su Il Giornale, il 31 dicembre del 2005, della telefonata fra Piero Fassino e Giovanni Consorte - quella in cui l'allora segretario dei Ds diceva all'allora numero uno di Unipol, impegnato nella scalata all'Antonveneta: «Allora, abbiamo una banca?». A portare il nastro ad Arcore, poco prima di Natale, fu Roberto Raffaelli, titolare della società che curava le intercettazioni per la Procura, il quale sperava in qualche vantaggio d'affari e perciò si avvalse della mediazione di Fabrizio Favata, amico di Paolo Berlusconi. Raffaelli ha già patteggiato un anno e sei mesi, Favata è ricorso al rito abbreviato e si è preso due anni e quattro mesi. Mentre Paolo Berlusconi è stato rinviato a giudizio per concorso in rivelazione di segreto d'ufficio, ricettazione e millantato credito - si comincia in gennaio. Per quanto riguarda il Cavaliere,   la Procura aveva inizialmente proposto l'archiviazione, ma lo stesso gip aveva riposto che no, non era il caso, così sollecitando la richiesta di processo anche per lui. Richiesta che adesso è in discussione a Milano, davanti al giudice per l'udienza preliminare.E dunque, a difendere l'ex capo del governo opponendosi al pm Maurizio Romanelli s'è presentato Niccolò Ghedini. Il quale ha sollevato una serie di eccezioni -  una sulla competenza territoriale della Procura di Milano, un'altra più tecnica sul mancato deposito dell'avviso di chiusura indagini. È stata poi richiesta l'audizione di una serie di testimoni - lo stesso Paolo Berlusconi, e poi Maurizio Belpietro e Gianluigi Nuzzi, vale a dire all'epoca il direttore del Giornale e il giornalista che firmò l'articolo - per dimostrare che l'ex premier non era consapevole della presunta rivelazione del segreto d'ufficio. E fin qui, come dire, normale. E però Ghedini s'è avvalso anche di un'altra argomentazione. Depositando agli atti una recente sentenza della Corte di Strasburgo, emessa lo scorso 20 giugno. Nella quale, ripercorrendo una vicenda portoghese, si sottolinea che il diritto all'informazione - e dunque la pubblicazione delle notizie - deve prevalere sul “segreto di giustizia”. Ragion per cui anche atti giudiziari coperti per l'appunto da segreto,  com'era il contenuto della telefonata tra Fassino e Consorte, devono poter essere pubblicati. E qui insomma, non è per dire, ma la distonìa è evidente. Ma come, Berlusconi e il PdL tutto - di cui Ghedini è parlamentare alla Camera - hanno condotto una veemente battaglia politica sull'intollerabilità di pubblicare intercettazioni telefoniche, tanto più se non penalmente rilevanti e relative a conversazioni personali, e ora invece tal convinzione si ribalta in Tribunale per motivi di convenienza processuale? Sarà pur vero che un conto è una proposta parlamentare e un altro il sacrosanto diritto della difesa d'avvalersi di tutte le norme esistenti: e però, essendo Ghedini non solo un avvocato ma anche un deputato, la contraddizione risulta stridente assai. Ma tant'è: quando si dice il gioco delle parti. (E allora, tanto per allargare il discorso su queste incrollabili convinzioni politiche che invece improvvisamente si sfaldano, viene in mente - da milanesi che siamo - l'altra notizia del genere. Con l'amministrazione guidata da Pisapia che ha fatto della battaglia per l'aria pulita un punto irrinunciabile (nelle intenzioni, perlomeno). E poi però succede che i suoi avvocati, per difendersi da una citazione intentata da un gruppo di cittadini stanchi di respirar schifezza, sostengano invece che «i danni alla salute provocati dallo smog non sono provati», e il fumo di sigarette risulta più nocivo delle emissioni «da traffico veicolare».  Ma questo è un altro discorso. O forse no, forse è sempre lo stesso). Tornando in Tribunale: l'udienza per decidere se processare o meno Berlusconi (Silvio) è stata aggiornata al prossimo 30 gennaio, e ancora i legali hanno annunciato che lo stesso Berlusconi potrebbe decidere di rendere dichiarazioni spontanee. «È comunque anomalo che la Procura, dopo aver chiesto l'archiviazione, chieda ora il processo» ha chiosato Ghedini. Mentre Piero Fassino, per voce dell'avvocato Grosso, ha fatto sapere che la costituzione parte civile, con relativa richiesta di risarcimento, sarà presentata soltanto dopo «l'eventuale rinvio a giudizio dell'imputato». di Andrea Scaglia

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