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Stangata sui conti correnti Sarà botta da 7 miliardi di euro

Imposta da bollo, Monti punta al colpaccio: se hai 100mila euro sul conto corrente, 300 euro all'anno vanno in tasse

Giulio Bucchi
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L'obiettivo del governo, secondo indiscrezioni, è portare a casa una cifra «minima» che oscilla tra i 3,5 e i 4 miliardi di euro. Ma la botta finale potrebbe essere molto più alta, fino a 7 miliardi e anche di più. Sta di fatto  che la stangata in banca dell'Esecutivo guidato da Mario Monti  è pronta. Si tratta solo di limare le aliquote e le percentuali. Dalla bastonata architettata dei professori della Bocconi, alla fine della giostra, potrebbero salvarsi i conti correnti, ma tutti gli altri risparmi e  investimenti degli italiani saranno colpiti senza pietà. La faccenda ruota attorno alla nuova imposta di bollo, articolo 19  della manovra da 30 miliardi varata domenica dal consiglio dei ministri. Sulla carta l'intenzione è di garantire equità per  tutte le forme di deposito bancario o investimento. Il quadro attuale è frammentato. Su conti correnti e  dossier titoli  oggi si pagano forme diverse di bollo: nel primo caso un importo fisso (34,2 euro) nel secondo caso una tassa  variabile e a scaglioni (da 34,2 euro fino a 1.500), che ora potrebbe essere estesa ai   fondi comuni e le polizze assicurative, finora tagliate fuori.  Mentre è certa l'esclusione dei fondi pensione e delle polizze sanitarie. Numeri esatti sull'impatto non esistono. Stando a una versione non definitiva della manovra che circolava ancora ieri a via Venti Settembre,   l'idea è quella di applicare  a 360 gradi un'imposta ad aliquota che vada a rimpiazzare l'attuale tributo previsto per i dossier titoli (a scaglioni). La forchetta oscilla dall'1 per mille al 3 per mille all'anno: nell'ipotesi peggiore, vuol dire che con 100mila euro tra conto corrente, dossier titoli e fondi comuni di investimento il salasso sarebbe di 300 euro all'anno. Mentre al 2 per mille l'esborso  su un tesoretto  di 50mila euro si fermerebbe a 100 euro. L'ipotesi più probabile è l'1 per mille nel 2012 e l'1,5 per mille nel 2013. Meccanismo che penalizza il ceto medio. Tra conti, titoli di Stato, azioni, fondi e polizze nei portafogli delle famiglie italiane ci sono 3.470 miliardi di euro sui quali adesso ha messo gli occhi Monti. Unico dubbio, i conti correnti (sono oltre 30 milioni): in totale valgono 1.385 miliardi di euro e  potrebbero essere esclusi dal giro di vite. Un'imposta ad aliquota garantirebbe un gettito per lo Stato inferiore a quello attuale. Valutazioni  emerse nel fine settimana, con  i tecnici del Tesoro che hanno interloquito con gli esperti delle banche, preoccupati dagli effetti pericolosi sulla raccolta. Di qui la pausa di riflessione. Ma si tratta solo di tempo. di Francesco De Dominicis

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