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In pensione sempre più tardi Addio alla rivalutazione

Ecco come cambia la previdenza, tutte le novità. Spariscono anzianità e finestre, donne a riposo a 62 anni, uomini a 66

Andrea Tempestini
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Il ministro Elsa Fornero ha spiegato che le novità in maniera previdenziali si basano "sul principio della felssibilità nel pensionamento. Vogliamo reintrodurre una flessibilità e accompagnare con incentivi il proseguimento dell'attività lòavorativa. Abbiamo passato al setaccio il sistema pensionistico - ha aggiunto - per individuare privilegi ed eliminarli o attenuarli". Ecco tutte le novitò in materia previdenziale. Contributivo per tutti - Il metodo contributivo pro rata sarà esteso a tutti, anche a coloro che avendo cominciato a versare contributi prima del 1978 avevano mantenuto il metodo retributivo. Per questi lavoratori il nuovo meccanismo varrà dal 2012 e quindi gli anni di lavoro fino al 2011 saranno calcolati con il retributivo. Blocco delle rivalutazioni - Le pensioni in essere saranno congelate per il 2012 e il 2013 rispetto all'inflazione. Il premier Monti ha sottolineato che "grazie ai proventi derivanti dal bollo sullo scudo fiscale possiamo dare non metà copertura dall'inflazione, come pensavamo, ma piena compertura dall'inflazione anche per le pensioni comprese tra quella minima che è di 480 euro e la doppia della minima". Addio alla finestra mobile - Scompare il meccanismo della decorrenza di 12 mesi per i dipendenti e di 18 mesi per gli autonomi che era previsto nella manovra del 2010 a partire dal 2011 e che di fatto allungava i tempi per accedere al pensionamento. Il periodo sarà assorbito nei requisiti che per la vecchiaia degli uomini dipendenti, dal 2012, saranno pari a 66 anni (i 65 attuali più i 15 di finestra). Autonomi in pensione a 66 anni e mezzo (65 anni più i 18 di attesa della finestra mobile). Privato, aumento età donne - Accelerata sull'incremento dell'età di vecchiaia delle donne dipendenti del settore privato: dal 2012 andranno in pensione a 63 anni mentre entro il 2018 saranno a quota 66 come gli uomini (64 anni nel 2014, 65 nel 2016...). Accelerata anche per le donne del settore pubblico: a 66 anni dal 2012. Lo scalino tra il 2011 e il 2012 sarà dunque di due anni poiché per il 2011 le donne dipendenti del settore privato uscivano a 60 anni più 12 mesi di finestra mobile, quindi a 61 anni. Mazzata sull'anzianità - Sono abolite le cosiddette quote (età più contributi) e per i dipendenti dal 2012 sarà possibile uscire dal lavoro in anticipo rispetto all'età di vecchiaia solo con almeno 41 anni di contributi per le donne e 42 per gli uomini. Oggi gli anni di lavoro necessari per andare in pensione indipendentemente dall'età anagrafica erano 41 anni per uomini e donne (40 più la finestra mobile). Gli autonomi invece andranno in pensione prima dell'età di vecchiaia con 41 anni e mezzo di contributi per le donne e 42 e mezzo per gli uomini. Sparisce inoltre il termine anzianità: si chiamerà pensione anticipata. Aliquote autonomi - Crescono le aliquote contributive degli autonomi di 0,3 punti ogni anno per arrivare a 2 punti percentuali nel 2018 (oggi sono al 20-21% per commercianti e artigiani a fronte del 33% dei dipendenti). Fascia flessibile - Per le donne sarà prevista una fascia flessibile per il pensionamento tra i 63 e i 70 anni mentre per gli uomini sarà tra i 66 e i 70. Ci saranno penalizzazioni per chi esce dal lavoro prima e vantaggi per chi esce più tardi  

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