Cerca
Cerca
+

Rassegnati Pansa: non abbiamo alternative Pagheremo caro ma è una scelta obbligata

I partiti sperano nel fallimento del governo, ma non sanno indicare un'alernativa. E qui ci giochiamo il futuro

Lucia Esposito
  • a
  • a
  • a

l'Italia del 2011 si trova in stato di guerra. E vi si troverà ancora di più nel 2012. Nessun esercito straniero ci sta invadendo. Né ci sono stormi di fortezze volanti che bombardano le nostre città. Tuttavia, esiste un nemico alle porte. È quello che abbiamo imparato a chiamare il Default. Ossia la bancarotta dello Stato e del paese. E l'uscita dall'euro o la fine stessa dell'euro. Tutto sembra in pericolo: i nostri risparmi, il nostro sistema di vita, la tranquillità sociale. Il governo Monti è nato per evitare questa tragedia. Mi sembra molto sensato augurarci che ci riesca. Eppure tanti vorrebbero veder fallire Monti. Non è il caso di Libero, anche se qui si leggono articoli critici verso i Professori. La speranza che il governo tecnico cada il più presto possibile è invece diffusa nelle nomenklature dei partiti. A parte la Lega, nessuno lo dice in modo esplicito. Ma abbiamo imparato a stare al mondo e sappiamo che certi segnali rivelano sempre verità nascoste.  Non sono così stupido da pensare di oppormi con qualche articolo al desiderio inconfessabile di non poche parrocchie politiche. Ma ho una domanda da rivolgere ai critici del governo oggi all'opera: se Monti non vi piace, chi vorreste al posto di questo premier e dei suoi professori diventati ministri? Mi capita di chiederlo a chi, nel piccolo comune dove vivo, mi ferma per strada e comincia a maledire Monti. Oggi come oggi questi arrabbiati sono pochi, però molto agguerriti, per i motivi più diversi. Ma nessuno di loro sa come rispondermi. Una parte della Casta, invece, la sua risposta ce l'ha ben chiara in mente. Al posto di Monti, vogliono le elezioni, anticipate e subito. Lo ripete la Lega, sin dal primo giorno della crisi: il governo Monti «fa schifo», bisogna ridare la parola al popolo. Credo che la pensi allo stesso modo Antonio Di Pietro. Lui aveva detto subito no, poi ha ripiegato sul ni, adesso è ritornato al no. Non mi costerebbe niente dire che il Senatur e il confusionario Tonino sono degli irresponsabili, tanto da apparire politici da strapazzo. Incapaci di rendersi conto quale inferno sarebbe una campagna elettorale con gli attuali chiari di luna nell'Eurozona. I ras di partito che se ne fottono di quanto accadrebbe sono pericolosi. In altri regimi li avrebbero definiti «nemici del popolo». Ma la nostra è una repubblica democratica. E allora mi limiterò ad augurarmi che un parte dei loro tifosi li lasci in brache di tela. Leggi l'articolo integrale di Giampaolo Pansa su Libero  

Dai blog