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Se Battisti ci prende per scemi: "In Italia serve un'amnistia"

Il terrorista dall'esilio dorato brasiliano parla ancora: "Voglio girare la pagina del terrorismo". Ma non ha mai pagato

Andrea Tempestini
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Puntuale come una condanna, a intervalli regolari il terrorista Cesare Battisti torna a farsi sentire dal suo esilio dorato brasiliano. Anche in questo caso si tratta di un'intervista, concessa agli amici francesi di Le Monde: l'ultima volta fu quella grottesca chiacchierata in cui spiegava la sua bella vita tra donne e spiagge a Rio De Janeiro. Battisti si spinge oltre l'impensabile e chiede un'amnistia per riuscire a "girare quella maledetta pagina". Peccato però che le vittime degli omicidi che l'ex membro dei Proletari armati per il comunismo non abbiano la benchè minima intenzione di girare pagina poiché giustizia non è mai stata fatta. "Ci vuole un'amnistia" - Battisti prosegue: "Cosa vorrei? Una riconciliazione con il popolo italiano. Ci vuole un'amnistia, altri Paesi ci sono riusciti". Così, con l'amnistia, il terrorista sfuggirebbe all'ergastolo a cui è stato condannato in contumacia, mentre era latitante, per aver commesso quattro omicidi negli anni di piombo. La pena, però, Battisti non la dovrà scontare: il brasile guidato allora da Luiz Inàcio Lula da Silva, il 31 dicembre del 2010 negò l'estradizione all'Italia. "Senza Berlusconi non cambia nulla" - "L'unico desidero oggi - ha continuato Battisti - è girare quella maledetta pagina del terrorismo politico. Ci vorrà ancora tempo. E le dimissioni di Berlusconi non cambieranno niente: resteranno gli stessi partiti e le stesse persone. Mi assume le mie responsabilità politiche e militari - ha aggiunto - ma, attenzione, non ho ucciso nessuno", ha provato ancora a ripetere. Secondo il terrorista il dossier giudiziario sul suo contro resta "cirocondato dal vuoto", mentre la condanna si baserebbe "sulla fede nelle accuse di un solo e unico pentito, Pietro Mutti, il capo del nostro gruppo, che ha collaborato in cambio di una riduzione della pena. E' l'inverso del sistema giuridico italiano".

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